Follis, dall'arte al doppiaggio di film e cartoon
Follis, dall'arte al doppiaggio di film e cartoon
Vercellese doc dà la voce italiana a personaggi di tv e cinema
Passare dallo studio dell'arte al doppiaggio di Ken il Guerriero. Non è stato difficile per Dario Follis, 32 anni, vercellese doc, una laurea specialistica in Archeologia. E' una di quelle persone che danno la voce italiana ai personaggi dei telefilm e dei cartoni animati che vediamo in tv, o al cinema. Il mestiere del doppiatore, per lui, nasce come semplice passione, ma diventa ben presto una professione a tempo pieno. Ora è alle prese con il doppiaggio italiano della serie «Masterchef» Australia e del cartone animato Naruto, in cui interpreta due importanti personaggi. E l'archeologia? Accantonata, almeno per il momento. «Anche se il mondo del doppiaggio - dice - risente un po' della crisi».
La sua passione nasce quasi per caso. «Da adolescente mi divertivo a mettere in pausa i film e ripetere le battute degli attori - spiega Dario - ma il primo, vero approccio è stato durante una serata trascorsa a guardare Il Gladiatore: i miei amici hanno insistito nel farmi ripetere la frase "Al mio segnale...scatenate l'inferno". Era la prima volta che prendevo consapevolezza della mia voce, e che avrei potuta usarla per lavoro». Contatta quindi un centro di doppiaggio di Rivarolo Canavese, dove inizia a frequentare un corso di dizione, sincrono labiale e recitazione. «Piacevo, e per questo mi hanno inserito in qualche turno di "brusio", ossia il doppiaggio di personaggi semplici, da cui iniziano i principianti. Era "Samurai Seven", una riedizione in chiave moderna dei Sette Samurai di Kurosawa». Poi passa al doppiaggio di un robot, primo personaggio di una certa importanza, «anche se era semplice perchè non muoveva la bocca». Nel frattempo studia, si laurea in Beni culturali e nella Specialistica in Storia e archeologia. Ma il doppiaggio è sempre più il suo lavoro. Arriva poi il primo personaggio «di puntata», quelli che durano dall'inizio alla fine del racconto, anche per più episodi: Aoba Yamashiro, nel cartone animato Naruto. Ma per lui arriva anche il doppiaggio di un protagonista del quinto film di animazione di Ken il Guerriero, e di un attore di «Gus monkey garage», docu-reality in onda su Discovery channel: «Si chiama Scott - continua Dario - un meccanico che alla fine della serie muore. Chi fa questo lavoro, prima o poi, deve scontrarsi con la morte del proprio personaggio. All'assegnazione, ognuno di noi spera sempre che si tratti di un protagonista il più longevo possibile».
Doppiaggio, però, non vuol dire solo leggere le battute sullo schermo o avere una bella voce. «Devi saperla usare, devi modularla, bisogna usare il diaframma: tecniche proprie di un attore. E' necessario calarsi nel personaggio, respirare quando respira lui: in pratica devi incollare la tua voce al suo corpo. E non importa se non è perfetta: il doppiatore di Krusty dei Simpson, lo stesso di Eros in Pollon, ha fatto della sua "erre" moscia la sua specialità». Il suo "prestavoce" preferito è Massimo Corvo, il «Morpheus» di Matrix. E il suo sogno? «Doppiare il "cattivo" di una serie, con cui utilizzare tonalità della propria voce impossibili da tirare fuori con il "buono"».
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