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Le traduzioni barbariche

Le traduzioni barbariche

"A welcome sign, including various translations of the word "Welcome," hangs in the student center foyer Friday. Many translations of the word in Middle Eastern languages on various banners were covered with black paint by maintenance crews after they were found to be misspelled"


Con il sopraggiungere delle grandi fiere internazionali di settore, torna a riproporsi l’annoso problema della produzione dei materiali di comunicazione in lingua straniera.

La premessa non vuole affatto dare la stura all’usuale piagnisteo sulla scarsa confidenza di noi italiani con gli altrui idiomi, bensì segnalare la leggerezza con cui alcuni potenziali stakeholder stranieri reputano di poter entrare in contatto con l’italico popolo degli operatori del settore semplicemente affidandosi ai traduttori online.

“Volevamo avertirvi che XXX sara presente all borsa del turismo”, oppure “Vi invitiamo sull nosto stand” sono solo alcuni esempi – assolutamente reali, lo garantisco – degli infelici messaggi di invito piovuti nelle caselle di posta di noi addetti ai lavori in questi giorni. 
Il fatto ancora più incredibile è che con altrettanta sguaiata disinvoltura spesso si proceda alla preparazione di dépliant, cataloghi, comunicati stampa e siti web che di italiano hanno soltanto in bella vista l’illusoria icona del nostro tricolore. 

Pertanto: allo sterminato popolo di stranieri che – legittimamente – ci chiede da anni un maggiore impegno nell’apprendimento delle loro lingue, credo sia giunta l’ora di domandare almeno pari serietà ed accortezza nel maneggiare la nostra. 
I poeti che nell’antichità traducevano dal greco definivano questa operazione “vortere barbare”: cioè volgere dalla nobile lingua ellenica al barbaro latino. E vi si dedicavano con grande attenzione e rispetto. Ma, soprattutto, con una competenza che oggi - a dispetto delle valanghe di libri, di corsi e master universitari in marketing e comunicazione - qualcuno continua a relegare con imperdonabile tracotanza ai traduttori virtuali del web.

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Quesito in merito alla traduzione in lingua inglese della locuzione Organismi indipendenti di valutazione (OIV)

Quesito in merito alla traduzione in lingua inglese della locuzione Organismi indipendenti di valutazione (OIV)


E’ stato richiesto alla Commissione di esprimersi in merito alla traduzione in lingua inglese della locuzione Organismi indipendenti di valutazione (OIV), considerato che alcune amministrazioni sono dotate di un sito istituzionale anche in lingua inglese.
 Risposta
La Commissione è dell’avviso che la locuzione in questione possa essere tradotta con la seguente: Performance evaluation unit.

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Il codice segreto dei vichinghi? Dice "baciami"

Il codice segreto dei vichinghi? Dice "baciami"

Anche uno dei più grandi popoli conquistatori della storia ha un lato romantico. Decifrato un messaggio d'amore antico di 900 anni

Un messaggio antico di 900 anni, di cui - fino a ora - non si conosceva il significato. A svelare l'arcano celato dietro il messaggio vichingo risalente al XIII secolo è stato il runologo K. Jonas Nordby, dell'Università di Oslo.

Sebbene si tratti solo di una delle 80 incisioni presenti sulla tavola in legno studiata, questa semplice parola in codice jotunvillur va a svelare un tassello di un puzzle molto più complesso. Un tassello svelato non da un professore, ma da un giovane dottorando dell'ateneo di Oslo.

Tramite la traduzione delle rune di Norbdy, scopriamo che uno dei più grandi popoli conquistatori della storia umana, non nascondeva un lato romantico. L'incisione tradotta è una parola, semplice ma forte: "baciami".
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MEDIASET CENSURA 'HOW I MET YOUR MOTHER': NEL DOPPIAGGIO SPARISCE UNA BATTUTA SU BERLUSCONI

MEDIASET CENSURA 'HOW I MET YOUR MOTHER': NEL DOPPIAGGIO SPARISCE UNA BATTUTA SU BERLUSCONI


MILANO - "Ted, l’Italia non ha bisogno di qualcosa che è raggrinzito, rosso, logoro e che puzza di alcool e droghe. Hanno già l’ex primo ministro Silvio Berlusconi". Questa battuta è presente nella versione in lingua originale della serie tv 'How I Met Your Mother' ma, tuttavia, non è stata ascoltata dal pubblico italiano in virtù della censura messa in atto da Mediaset.



Sui nostri canali è infatti stata sentita la frase più generica "L’Italia già ha abbastanza problemi con chi governa il paese", scartando di fatto la traduzione riguardante l'ex premier. I fan della trasmissione se ne sono accorti e hanno lanciato subito il tam tam su twitter, mostrando tutto il loro disdegno.
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La più brava giovane traduttrice d’Italia? È Laura, genovese

La più brava giovane traduttrice d’Italia? È Laura, genovese

Genova - È genovese la vincitrice per l’Italia dell’edizione 2013 del concorso europeo di traduzione “Juvenes translatores”, al quale hanno partecipato 73 scuole italiane, ognuna delle quali poteva candidare da 2 a 5 studenti. Si chiama Laura Barberis, è una bella ragazza castana di quasi 18 anni e frequenta la IV C del Liceo Linguistico Internazionale Grazia Deledda. Che non è nuovo a questi successi, essendosi portato a casa per esempio ben due edizioni del concorso mondiale Chinese Bridge per studenti di cinese, una via di mezzo fra un reality e un esame di lingua, la cui finale si consuma nel Paese del dragone con la votazione dei telespettatori.

«È la prima volta che partecipiamo al concorso, ormai giunto alla sua sesta edizione - spiega la professoressa Rossella Risso, che al Deledda, che è il liceo linguistico più antico e blasonato d’Italia, al quale si accede solo con una media altissima, insegna inglese e ha selezionato i concorrenti insieme al collega Giovanni Vignolo - ed è stata una bellissima sorpresa e una conferma che il fitto programma di progetti e scambi internazionali che la scuola organizza da anni funziona».

Stupita anche la vincitrice: «Davvero non me lo aspettavo, ho preso la partecipazione al concorso come un esercitazione in più e invece l’8 aprile andrò a ritirare il premio a Bruxelles». Ci andrà con la mamma Silvia, perché è ancora minorenne e dovrà essere accompagnata da un adulto, e gli organizzatori stanno preparando per loro e per tutti gli altri vincitori un programma di visite e di festeggiamenti di una settimana, che farà da cornice alla cerimonia di consegna vera e propria. Incontreranno anche il commissario europeo per il multilinguismo.

Ma in cosa consiste il concorso e come ci si prepara? «La partecipazione, quest’anno aperta ai nati nel 1996, è su base volontaria e gli studenti si candidano per tradurre un testo dalla lingua che conoscono meglio all’italiano. Qui al Deledda abbiamo schierato 2 concorrenti che traducevano dallo spagnolo, una dal rumeno, una dal francese e Laura dall’inglese. Il giorno della prova, che si è svolta lo scorso 28 novembre in biblioteca dalle 10 alle 12 del mattino, i testi da tradurre sono arrivati alla scuola via e-mail, noi li abbiamo stampati e consegnati agli studenti, che erano autorizzati a usare il vocabolario ma solo in versione cartacea, nessun dispositivo elettronico era ammesso. Una volta concluso l’esame, abbiamo chiuso gli elaborati in una busta e li abbiamo immediatamente mandati a Roma via corriere».

Due ore per una traduzione di tre facciate circa, per esercitarsi la direzione generale della traduzione della Commissione Europea aveva diffuso sul suo sito le prove degli anni precedenti - e oggi sono arrivate anche quelle dell’ultima edizione, con tanto di selezionati. I vincitori sono uno per Paese membro, ciascuno dei quali ha chiamato all’appello tante scuole quanti sono i seggi che detiene a Bruxelles, quindi 73 per l’Italia e lo stesso numero per il regno Unito, poi per esempio 96 per la Germania, 74 per la Francia e 54 per la Spagna. Alla conoscenza delle lingue l’Europa dà grande importanza, arrivando a sostenere che nei prossimi 20 anni i nuovi analfabeti saranno coloro che sapranno esprimersi solo nella lingua d’origine. «Mi sono subito rilassata quando ho visto il testo - spiega Barberis, che quindi a Bruxelles rappresenterà il Belpaese e dopo il diploma vorrebbe continuare a studiare a Genova e laurearsi proprio in mediazione interlinguistica - perché era in lingua colloquiale, mi ero esercitata su prove in linguaggio formale che sono molto più difficili». Emozionata? «Moltissimo, e anche mia madre, che è orgogliosissima, anche lei è sempre stata portata per le lingue, chissà se è un fattore genetico?» aggiunge Barberis.

Di certo il talento naturale al Deledda viene coltivato. «Partecipiamo volentieri a tutti i progetti innovativi - conclude il preside, Fabio Mosaner, già docente di matematica e fisica nello stesso istituto e a lungo vicepreside - ma voglio sottolineare che i meriti vanno tutti agli studenti che hanno successo».