La più brava giovane traduttrice d’Italia? È Laura, genovese
La più brava giovane traduttrice d’Italia? È Laura, genovese
Genova - È genovese la vincitrice per l’Italia dell’edizione 2013 del concorso europeo di traduzione “Juvenes translatores”, al quale hanno partecipato 73 scuole italiane, ognuna delle quali poteva candidare da 2 a 5 studenti. Si chiama Laura Barberis, è una bella ragazza castana di quasi 18 anni e frequenta la IV C del Liceo Linguistico Internazionale Grazia Deledda. Che non è nuovo a questi successi, essendosi portato a casa per esempio ben due edizioni del concorso mondiale Chinese Bridge per studenti di cinese, una via di mezzo fra un reality e un esame di lingua, la cui finale si consuma nel Paese del dragone con la votazione dei telespettatori.
«È la prima volta che partecipiamo al concorso, ormai giunto alla sua sesta edizione - spiega la professoressa Rossella Risso, che al Deledda, che è il liceo linguistico più antico e blasonato d’Italia, al quale si accede solo con una media altissima, insegna inglese e ha selezionato i concorrenti insieme al collega Giovanni Vignolo - ed è stata una bellissima sorpresa e una conferma che il fitto programma di progetti e scambi internazionali che la scuola organizza da anni funziona».
Stupita anche la vincitrice: «Davvero non me lo aspettavo, ho preso la partecipazione al concorso come un esercitazione in più e invece l’8 aprile andrò a ritirare il premio a Bruxelles». Ci andrà con la mamma Silvia, perché è ancora minorenne e dovrà essere accompagnata da un adulto, e gli organizzatori stanno preparando per loro e per tutti gli altri vincitori un programma di visite e di festeggiamenti di una settimana, che farà da cornice alla cerimonia di consegna vera e propria. Incontreranno anche il commissario europeo per il multilinguismo.
Ma in cosa consiste il concorso e come ci si prepara? «La partecipazione, quest’anno aperta ai nati nel 1996, è su base volontaria e gli studenti si candidano per tradurre un testo dalla lingua che conoscono meglio all’italiano. Qui al Deledda abbiamo schierato 2 concorrenti che traducevano dallo spagnolo, una dal rumeno, una dal francese e Laura dall’inglese. Il giorno della prova, che si è svolta lo scorso 28 novembre in biblioteca dalle 10 alle 12 del mattino, i testi da tradurre sono arrivati alla scuola via e-mail, noi li abbiamo stampati e consegnati agli studenti, che erano autorizzati a usare il vocabolario ma solo in versione cartacea, nessun dispositivo elettronico era ammesso. Una volta concluso l’esame, abbiamo chiuso gli elaborati in una busta e li abbiamo immediatamente mandati a Roma via corriere».
Due ore per una traduzione di tre facciate circa, per esercitarsi la direzione generale della traduzione della Commissione Europea aveva diffuso sul suo sito le prove degli anni precedenti - e oggi sono arrivate anche quelle dell’ultima edizione, con tanto di selezionati. I vincitori sono uno per Paese membro, ciascuno dei quali ha chiamato all’appello tante scuole quanti sono i seggi che detiene a Bruxelles, quindi 73 per l’Italia e lo stesso numero per il regno Unito, poi per esempio 96 per la Germania, 74 per la Francia e 54 per la Spagna. Alla conoscenza delle lingue l’Europa dà grande importanza, arrivando a sostenere che nei prossimi 20 anni i nuovi analfabeti saranno coloro che sapranno esprimersi solo nella lingua d’origine. «Mi sono subito rilassata quando ho visto il testo - spiega Barberis, che quindi a Bruxelles rappresenterà il Belpaese e dopo il diploma vorrebbe continuare a studiare a Genova e laurearsi proprio in mediazione interlinguistica - perché era in lingua colloquiale, mi ero esercitata su prove in linguaggio formale che sono molto più difficili». Emozionata? «Moltissimo, e anche mia madre, che è orgogliosissima, anche lei è sempre stata portata per le lingue, chissà se è un fattore genetico?» aggiunge Barberis.
Di certo il talento naturale al Deledda viene coltivato. «Partecipiamo volentieri a tutti i progetti innovativi - conclude il preside, Fabio Mosaner, già docente di matematica e fisica nello stesso istituto e a lungo vicepreside - ma voglio sottolineare che i meriti vanno tutti agli studenti che hanno successo».
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