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Università di Trieste. Master in Traduzione Giuridica: iscrizioni seconda edizione



Università di Trieste. Master in Traduzione Giuridica: iscrizioni seconda edizione

Il Dipartimento di Scienze Giuridiche, del Linguaggio, dell’Interpretazione e della Traduzione dell’Università di Trieste attiverà nell’anno accademico 2013/14 la seconda edizione del Master dell’Università di Trieste di secondo livello in Traduzione Giuridica.
Il Master dell’Università di Trieste intende preparare professionisti in grado di fornire traduzioni in campo giuridico: fornisce le necessarie nozioni nelle discipline giuridiche e approfondisce la conoscenza nelle lingue speciali del diritto, offrendo un’accurata preparazione teorica e pratica nella traduzione e terminologia giuridica.
Il Master dell’Università di Trieste è volto a fornire profili professionali che potranno operare nel settore pubblico (pubblica amministrazione, organismi internazionali) e privato (studi legali, aziende): traduttore giuridico libero professionista (freelance) o dipendente (in house), redattore e revisore bilingue di testi giuridici scritti, esperto di terminologia giuridica, traduttore di tribunale.
La preparazione pratica sarà assicurata sia dalle esercitazioni che dal tirocinio professionalizzante svolto da ciascuno studente al termine dei corsi. Il tirocinio formativo prevede 250 ore di stage presso uno studio legale in Italia o all’estero oppure presso una struttura pubblica (Questura, Regione, Comune ecc.). Attività tipiche del tirocinante comprendono, oltre alla traduzione di documenti giuridici e giudiziari, la redazione e gestione di glossari specialistici multilingui, l’allineamento di testi e la preparazione di memorie di traduzione.
Il Master dell’Università di Trieste è diretto soprattutto ai laureati del vecchio e nuovo ordinamento in traduzione/interpretazione e lingue, ma può accedere anche chi ha un diploma di laurea diverso.
Per accedere al corso è necessario superare un esame di ammissione (inglese obbligatorio e un’altra lingua a scelta tra croato, spagnolo e tedesco). Saranno ammessi un massimo di 25 iscritti e l’obbligo di frequenza sarà pari al 70% delle ore di lezione previste. Le lezioni si svolgeranno di venerdì e la mattina del sabato, dal 10 gennaio al 14 giugno 2014, per un totale di 60 cfu.
Il bando per presentare le domande di ammissione è stato pubblicato sul sito Università di Trieste
La pre-iscrizione scadrà il 4 novembre 2013 (ore 14.00).
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Call of Duty: Ghosts, Anita Caprioli guest star per il doppiaggio

L'attrice sarà la voce di Kyra Mosley, personaggio femminile del nuovo capitolo.
Activision ha annunciato la partecipazione per il doppiaggio italiano di Call of Duty: Ghosts dell'attrice Anita Caprioli.
L'attrice italiana, che ha già doppiato la regina Gorgo in 300, presterà la sua voce a Kyra Mosley, astronauta con un ruolo centrale nella trama della campagna single-player.
Nel comunicato allegato trovate le parole dell'attrice, che ha elogiato la struttura narrativa del titolo, "che si avvicina moltissimo al linguaggio cinematografico".
Sviluppato da Infinity Ward, Call of Duty: Ghosts sarà disponibile su Xbox 360, PlayStation 3, Wii U, PlatStation 4, Xbox One e PC il 5 Novembre 2013.
"Activision Publishing, Inc. è orgogliosa di annunciare oggi la partecipazione esclusiva di Anita Caprioli nel doppiaggio italiano del nuovo Call of Duty: Ghosts, il nuovo capitolo della saga di videogiochi blockbuster atteso per il 5 Novembre prossimo sulle console attuali.
Anita Caprioli presterà la sua voce ad uno dei nuovi personaggi del gioco, la Specialista Kyra Mosley. Per la prima volta nella storia del franchise, un personaggio femminile gioca un ruolo chiave nella storia e nella narrativa della campagna single player.
“Dare voce a Kyra Mosley è stata un'esperienza professionale diversa. Colorare di sfumature, cercare di dare delle qualità emotive e caratteriali a una figura animata che non vedevo, attraverso la voce, è un'esperienza creativa affascinante. Completamente nuova.
I livelli di qualità raggiunti dall'industria dei videogiochi ad oggi sono estremamente alti, e il confine tra il mondo del cinema e quello dei videogiochi è sempre più sottile. Call of Duty: Ghosts ha una grafica evocativa e una struttura narrativa che si avvicina moltissimo al linguaggio cinematografico”, ha spiegato Anita Caprioli.
Kyra Mosley, il personaggio femminile a cui l’attrice ha dato voce, è un’astronauta impegnata in un momento chiave della narrazione e dal grande impatto sulla trama della campagna Single Player, e che con le sue azioni salverà milioni di vite.
“La partecipazione di un’attrice sofisticata ed eclettica come Anita Caprioli in Call of Duty: Ghosts consolida ulteriormente il già saldo legame fra il mondo del cinema e quello dei videogiochi e dimostra il grande appeal culturale dei videogiochi e di Call of Duty. La sua interpretazione così professionale e partecipata ha regalato nuove sfaccettature al personaggio di Kyra, dando ancora più visibilità alla novità femminile nel nuovo capitolo del gioco”, spiega Giampaolo Chisari, Senior Director e General Manager Italy & Emerging Markets Activision Blizzard Italia"
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Beitha Kukju

Beitha Kukju    Beitha Kukju

The Beitha Kukju or Buthakukye alphabet was created between 1825 and 1845 by Naum Veqilharxhi (1797-1854) a lawyer and scholar from Vithkuq, a village in the Korçë region in southern Albania. The name of the alphabet is a corruption of the name Vithkuq. This alphabet was part of Veqilharxhi's promotion of the Albanian National Awakening movement, and he saw it as a way to avoid the religious associations and divisions of the Latin, Greek and Arabic alphabets.
Details of this alphabet first appeared in Evëtori Shqip Fort i Shkurtër (The most Useful and Concise Albanian Alphabet), a primer published by Veqilharxhi in 1844-5. This was distributed in the Korçë region, later in Berat, and proved popular. Veqilharxhi also produced a number of other books in his alphabet, but few survive.

Notable features

  • Type of writing system: alphabet
  • Direction of writing: left to right
  • Used to write: Albanian

Beitha Kukju alphabet

Beitha Kukju script

Links

Information about the Beitha Kukju alphabet
http://www.rbardalzo.narod.ru/4/alb.html
Information about Naum Veqilharxhi
http://en.wikipedia.org/wiki/Naum_Veqilharxhi

Information about the Albanian language
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Il Giappone non conobbe il muto

Il Giappone non conobbe il muto

Quando nel mondo la pianola meccanica accompagnava i film muti, in Giappone il "benshi" prestava la voce ai divi del cinematografo. Un doppiaggio ante litteram. L'ultimo benshi, Ichiro Kataoka, famoso doppiatore per l'animazione e i video games giapponesi, sarà giovedì a Pordenone nell'ambito del Festival del cinema muto per raccontare The Blacksmith di Buster Keaton e Fukujuso, tratto dai Racconti dei fiori di Jiro Kawate del 1935.
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La Cina finanzia le traduzioni, ma solo quelle innocue

La Cina finanzia le traduzioni, ma solo quelle innocue

L’avvertimento è stato lanciato da un piccolo editore milanese. Con un testo sul portale culturale Doppiozero, poi ripreso da China Files, Andrea Berrini (di Metropoli d’Asia) ha segnalato infatti «proposte allettanti di provenienza cinese: contributi di traduzione, pubblicazione e marketing. All’apparato degli Istituti Confucio, presenti in tutto il mondo e già da tempo intenti a promuovere cultura cinese all’estero, si affiancano mucchietti di soldini gratis che favoriranno la diffusione della letteratura, contemporanea e classica, del Paese di Mezzo». Fin qui poco male, anzi: per dire, anche la Corea del Sud — per restare in ambito asiatico — finanzia la pubblicazione all’estero di suoi autori, linea benemerita che evita la prassi discutibile (a volte inevitabile) di tradurre in italiano traduzioni inglesi o francesi. Berrini però aggiunge: Pechino dà aiuti solo per autori che appartengono alle Associazioni degli scrittori affiliate al Partito comunista. Per chi ne è fuori, nulla. Se si vuole tradurre qualcuno, a prescindere dal valore letterario, non arrivano contributi. Per un’editoria in difficoltà, fa differenza.

ASSOCIAZIONI SCRITTORI Pechino propone e dispone. Berrini cita il caso della sua casa editrice, che in Italia pubblica autori di peso come Han Han o il coreano Kim Young-ha: «Abbiamo accettato volentieri un nome interessante della generazione di Yu Hua e Su Tong, per intenderci, bravo ma meno conosciuto. Poi abbiamo ribaltato la situazione: abbiamo fatto noi due nomi di autori» fuori dalle Associazioni degli scrittori. Risposta: niente da fare. In via riservata altre tre case editrici confermano al Corriere meccanismi analoghi. Il criterio è l’adesione al sistema (un po’ alla Mo Yan, Nobel 2012), non il rango estetico.

PICCOLI EDITORI La situazione ricorda quanto accade con gli Istituti Confucio, preziosi nella generale asfissia, ma appunto emanazione di Pechino: ogni iniziativa che tocchi temi sgraditi non è semplicemente contemplata. Ai colleghi il piccolo editore dunque chiede: che facciamo? La risposta per ora non è data e si immagina ardua. Più chiari sono i termini della questione proiettati sullo sfondo della seconda potenza mondiale: la Cina è legittimamente orgogliosa di sé, ma se si tratta di voci dissonanti resta goffamente timorosa.