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Francesco Pannofino coinvolto in AC: Blackflag


Ubisoft annuncia la collaborazione con Francesco Pannofino, attore, doppiatore e direttore del doppiaggio italiano, che in Assassin’s Creed® IV Black Flag darà la voce a Edward Teach, meglio noto come “Barbanera”, pirata che dominò lo scenario caraibico tra il 1716 e il 1718.

Nel gioco Barbanera collaborerà con Edward Kenway, protagonista del quarto capitolo di Assassin’s Creed®, addestrato militarmente dalla British Royal Navy, che in età più matura abbandonerà per placare la sete di fama e di oro, portandolo ad issare sul proprio veliero il vessillo dei pirati.

Barbanera avrà un ruolo assolutamente fondamentale nel gioco, il suo rapporto con Kenway sarà infatti molto fitto ed intrecciato, al punto da renderlo un protagonista dell’intera storia. Da qui la scelta di utilizzare una delle voci più apprezzate dell’intero scenario del mondo del doppiaggio italiano: Francesco Pannofino, che tra gli altri è famoso per aver doppiato attori del calibro di George Clooney, Denzel Washington, Kurt Russel, Mickey Rourke, Jean-Claude Van Damme e interpretato uno dei protagonisti della serie televisiva Boris.

“Mi sono divertito davvero molto – ha dichiarato Francesco Pannofino – nel doppiaggio di Barbanera, far rivivere in un videogioco un personaggio realmente esistito con il carisma che ha contraddistinto il Re dei pirati ha sicuramente molto fascino, e spero che i videogiocatori appassionati di Assassin’s Creed® IV Black Flag apprezzino la mia interpretazione”.

Assassin’s Creed® IV Black Flag introdurrà un nuovo eroe ed uno scenario inedito, ma soprattutto darà vita al più vasto e ricco mondo che sia mai stato creato nell’universo di Assassin’s Creed.

In fase di sviluppo da circa due anni, il gioco è prodotto da uno dei team più esperti nel franchise di Assassin’s Creed, il celebre studio Ubisoft di Montreal, con il supporto degli studi di Annecy, Bucarest, Kiev, Quebec City, Singapore e Sofia.   
Assassin’s Creed® IV Black Flag sarà disponibile per Xbox 360® e PlayStation®3 dal 31 ottobre 2013, mentre le versioni per PlayStation®4, Nintendo Wii U™, Xbox One e Windows PC saranno acquistabili nei negozi a partire dal 21 novembre 2013.
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Scarlett Johansson: “A nessuno piaceva la mia voce”

L'attrice ripercorre gli inizi di carriera al magazine “Interview”



Scarlett Johansson si tuffa nel viale dei ricordi nel corso di un'intervista senza filtro al magazine “Interview”. La protagonista di “Lost in Translation” non fatica a trovare la paura che l'attanagliava a inizio carriera: “Da piccola la mia voce ricordava quella di un'idiota che beve whisky e fuma sigarette una dopo l'altra. Sono sempre stata pessima con le pubblicità perché la mia voce è molto profonda. A 9 anni – spiega l'attrice sex symbol - sembrava che fossi un ubriacone. Con quella voce non potevo neanche fare pubblicità per vendere dolci”.

Forse l'artista neworkese stava solo cercando di bruciare le tappe. Un'operazione che gli riuscì poco tempo dopo attraverso il debutto cinematografico a soli 10 anni nella pellicola “Genitori Cercasi” di Rob Reiner. Il tutto a dispetto di un'iniziale presunta diffidenza dell'industria dei sogni nei confronti della futura enfant prodige: “C'era qualcuno nella classe di mio fratello maggiore che aveva partecipato a qualche pubblicità e faceva teatro. Quindi mia madre mi portò da quell'agente per bambini visto che io amavo i musical. Non mi vollero però. Ero devastata. Pensavo – conclude la Johansson - fosse la fine della mia carriera”.
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Etruscan alphabet

Etruscan

The Etruscan alphabet developed from a Western variety of the Greek alphabet brought to Italy by Euboean Greeks. The earliest known inscription dates from the middle of the 6th century BC. Most Etruscan inscriptions are written in horizontal lines from right to left, but some are boustrophedon (running alternately left to right then right to left).
More than 10,000 Etruscan inscriptions have been found on tombstones, vases, statues, mirrors and jewellery. Fragments of an Etruscan book made of linen have also been found. Etruscan texts can be read: i.e. the pronunciation of the letters is known, though scholars are not sure what all the words mean.
No major literary works in Etruscan have survived, however there is evidence for the existence of religious and historical literature and drama. It is also possible that the Etruscans had a notation system for music.
The Etruscan language was spoken by the Etruscans in Etruria (Tuscany and Umbria) until about the 1st century AD, after which it continued to be studied by priests and scholars. The emperor Claudius (10 BC - 54 AD) wrote a history of the Etruscans in 20 volumes, none of which have survived, based on sources still preserved in his day. The language was used in religious ceremonies until the early 5th century.
Etruscan was related to Raetic, a language once spoken in the Alps, and also to Lemnian, once spoken on the island of Lemnos. It was also possibly related to Camunic, a language once spoken in the northwest of Italy.

Archaic Etruscan alphabet (7th-5th centuries BC)

Archaic Etruscan alphabet

Neo-Etruscan alphabet (4th-3rd centuries BC)

Neo-Etruscan alphabet

Sample text in Etruscan

Sample text in Etruscan
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Google Maps inizia a parlare in sardo

Google Maps inizia a parlare in sardo

Modificati in "Limba" i nomi delle località isolane, sul web si esulta ma è polemica nel settore turistico.
Google inizia a parlare in sardo: esultano gli indipendentisti, ma è polemica soprattutto da parte di chi lavora nel turismo. I nomi delle località sarde da qualche giorno sono diventate in "Limba" su Google Maps, sia per quanto riguarda i capoluoghi che i piccoli centri. La "traduzione" in sardo fa sì che Cagliari sia diventata Casteddu, Alghero si trasforma in S'Alighera, Sassari è tornata a essere Ta'tari e Nuoro Nu'goro. Colpiti dalla traduzione anche i luoghi più "in" dell'isola, con Porto Cervo che diventa Portu Chervu e Portorotondo, che torna a essere Portu Retundu. Del resto, se il sardo come ammesso da tutti è una lingua, è giusto che le località dove lo si parla siano espresse in questo idioma, esattamente come succede per Parigi che sulle mappe di Google è Paris. 

Non a tutti però piace questa novità, ed è lo stesso ufficio stampa del principale motore di ricerca del mondo a considerare la modifica "un problema", che si sta cercando di risolvere "da qualche giorno insieme ai tecnici, nel più breve tempo possibile". Google sembra però considerare un "mistero" il cambiamento dei nomi sardi, quando in realtà basta una piccola ricerca su Facebook per scovare l'evento "Modifichiamo in Sardo i topomini della Sardegna su Google Maps. Basta un click!", previsto per il 10 settembre. I promotori spiegano che "attraverso Google Map Maker è possibile modificare alcune informazioni sulle mappe. Entrando con il proprio account Google sul sito http://www.google.com/mapmaker?hl=it possiamo cambiare i toponimi dei nostri paesi/città. Se la modifica verrà apportata e approvata da un determinato numero di utenti, Google modificherà automaticamente le informazioni su Google Maps. Facciamolo per i nostri paesi e invitiamo tutti a farlo, se lo stato ci vuole impedire di avere la cartellonistica bilingue non potrà però impedirci di avere questa piccola vittoria virtuale".

Molti degli utenti raccontano di aver mutato "San Vero in Santeru" oppure "Carloforte in U Pàize": gli autori sono quindi noti, ma non mancano le polemiche. Gli operatori turistici, che spesso e volentieri utilizzano Google Maps per lavoro, dicono che potrebbero esserci grossi problemi per far capire agli stranieri (ma anche agli italiani) a quali località corrispondono i nomi sconosciuti che trovano sulla carta. Forse, la soluzione può essere quella che qualcuno già suggerisce sul web: cioè affiancare al nome sardo, messo per primo, anche quello italiano, salvaguardando allo stesso tempo l'identità linguistica e culturale ma anche gli interessi di chi con questi strumenti ci lavora quotidianamente. 
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L'Iran scopre la Shoah, Israele non si fida

Rohani condanna l'Olocausto, l'agenzia di Teheran: "Traduzione sbagliata". E Netanyahu: fumo negli occhi


I giornali israeliani parlano di una nuova diplomazia ammaliatrice dell'Iran che cerca di incantare la comunità internazionale e convincerla a un cambio di passo, all'alleggerimento delle sanzioni contro Teheran e il suo programma nucleare.

Se l'America e i partner europei sono pronti a «un test» diplomatico, Israele non è convinto e il suo scetticismo ha fatto rumore.

Davanti all'Assemblea generale della Nazioni unite, il presidente iraniano Hassan Rouhani martedì ha detto che Teheran «non rappresenta una minaccia per il mondo», ha parlato di dialogo, aperture diplomatiche, ha evitato attacchi all'America, Israele, l'Europa. La «charme offensive» è continuata davanti alle telecamere della Cnn. Intervistato da Christiane Amanpour, Rouhani, in rottura con la retorica del suo predecessore Mahmoud Ahmadinejad, che ha definito più di una volta la Shoah un «mito» creato dagli ebrei, ha riconosciuto l'Olocausto e condannato i crimini nazisti. «Non sono uno storico e quando si tratta di parlare delle dimensioni dell'Olocausto sono gli storici che dovranno riflettere - ha detto - Qualunque crimine accada nella storia dell'umanità, compresi i crimini dei nazisti contro gli ebrei e i non ebrei, è riprovevole e da condannare». Già qualche settimana fa, in un messaggio su Twitter, Rouhani aveva fatto gli auguri agli ebrei nel mondo in occasione del nuovo anno ebraico e nel discorso di martedì a Palazzo di Vetro il presidente ha citato, accanto al Corano e alla Bibbia, la Torah.

Giornali e tv di tutto il mondo ieri parlavano ancora delle aperture dell'Iran - oggi il segretario di Stato americano John Kerry incontra il ministro degli Esteri Javad Zarif - del riconoscimento di Rouhani dell'Olocausto, quando la Fars, agenzia di stampa vicino al regime, ha corretto la Cnn. Per colpa di una traduzione poco accurata, scrive la Fars con sottolineature, l'emittente americana avrebbe «fabbricato» le dichiarazioni del presidente che, senza pronunciare la parola Olocausto, ha genericamente condannato i crimini nazisti. E secondo quanto scritto su Twitter dal corripondente del New York Times a Teheran, il messaggio consegnato da Rouhani ad Amanpour in inglese («Porto la pace e l'amicizia degli iraniani agli americani») ieri era bloccato su internet in Iran.

Prima ancora che l'agenzia correggesse la Cnn, Israele aveva già mostrato il suo scetticismo sulle aperture iraniane. Dopo il discorso di Barack Obama martedì, prima ancora che sul podio dell'Onu salisse Rouhani, il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha ricordato come «soltanto la settimana scorsa Rouhani, come il suo predecessore Ahmadinejad, si è rifiutato di riconoscere l'Olocausto. Quando l'Iran smetterà di invocare la distruzione di Israele, allora ascolteremo i loro discorsi all'Assemblea generale». La delegazione israeliana è uscita dall'aula quando il presidente di Teheran ha pronunciato un discorso che Netanyahu ha definito «pieno di ipocrisia», «cinico», un'operazione di «pr».

La settimana scorsa Rouhani ha presenziato a una parata militare, tra missili a lunga gittata Shihab-3 e striscioni su cui era scritto «Israele deve cessare di esistere», ha detto al giornale Israel HaYom l'ex ambasciatore alle Nazioni unite Dore Gold. «Se è vero che ha riconosciuto la Shoah, non ha condannato chi nega la Shoah, come il suo predecessore o gli altri dirigenti iraniani», ha spiegato alla radio pubblica israeliana il ministro per gli Affari strategici, un fedele di Netanyahu, Yuval Steinitz. «I dirigenti spirituali che hanno negato l'Olocausto sono ancora al loro posto», ha detto il vice ministro degli Esteri Zeev Elkin, con un riferimento alla guida suprema iraniana, ayatollah Ali Khamenei, l'uomo che - come tutti sanno nei corridoi della politica israeliana - regge realmente il potere a Teheran.