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Mappe concettuali e traduzioni, il browser diventa un alleato per la scuola di Alessia Rastelli

Non solo un browser per navigare. Ma anche una piattaforma che offre servizi utili per gli studenti. Si tratta di Mozilla Firefox che, grazie a una serie di componenti aggiuntivi (piccoli software in grado di modificare il comportamento e le caratteristiche del software in cui vengono installati), permette operazioni  come la creazione di mappe concettuali (Pearltrees) e di calendari (ReminderFox), la traduzione in altre lingue (ImTranslator) o la selezione e archiviazione di parti e sezioni di pagine web (Memonic Web Clipper).

Le funzionalità, una volta installate, sono raggiungibili dalla pagina iniziale di Mozilla, creando una sorta di scrivania di lavoro virtuale in cui averle sempre a disposizione. Un sistema «orizzontale» che può risultare straniante per una mente analogica, ma probabilmente attraente per i nativi digitali.
Segnaliamo in particolare, tra i componenti aggiuntivi, Pearltrees. Uno dei problemi che i ragazzi potrebbero avere studiando un argomento e cercando informazioni su Internet è infatti la molteplicità dei contenuti e la difficoltà di organizzarli. Un pericolo dispersione che Pearltress consente di superare permettendo di creare «alberi di perle» (da qui, il nome). Ovvero: diagrammi ad albero, ciascuno su un argomento, in cui ogni perla è una pagina web, una foto o una nota.
Alberi che è possibile anche condividere con altri utenti nel corso delle proprie ricerche.

Pearltrees e gli altri servizi si possono scaricare cliccando alla voce «Componenti aggiuntivi» nella barra di lancio di Firefox oppure attraverso la paginaComponenti aggiuntivi Firefox.
E voi cosa ne pensate? Strumenti per lo studio disponibili direttamente sul browser sono una risorsa in più per i ragazzi? Oppure finiscono per ottenere l’effetto boomerang di ridurre l’attenzione degli studenti?
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La Divina Commedia nel mondo, venerdì Dante parla gallego


Venerdì 20 settembre 2013 alle ore 21 nella Basilica di S. Francesco torna "La Divina Commedia nel mondo". Dopo la versione ucraina del 14 settembre, la conversazione di venerdì verterà sulla presenza di Dante in Galizia e sull'ultima versione della Divina Commedia in lingua gallega, tradotta dallo scrittore e traduttore Darìo Xohàn Cabana. Partecipano: il traduttore e l'esperta Giulia Lanciani, dell'Università di Roma. Segue la lettura in italiano e in versione gallega del VI canto del Purgatorio con Alessandro Sorrentino e il traduttore Darìo Xohàn Cabana.
A conclusione, consegna da parte di Ouidad Bakkali (assessore alla Cultura del Comune di Ravenna) del riconoscimento speciale "Il lauro dantesco" ai partecipanti alla rassegna e, "ad honorem", al fautore della riproposta dello storico "Bollettino Dantesco", Franco Gàbici.
Darìo Xhoàn Cabana - Nato a Lugo, in Galizia (Spagna), è un noto poeta, romanziere e traduttore in lingua gallega. Il suo romanzo "Galvàn en Saor" è uno dei ibri più venduti della letteratura gallega di tutti i tempi. Come traduttore si è dedicato specialmente alla poesia. Oltre la Divina Commedia ha tradotto la "Vita nova", il "Canzoniere" del Petrarca e una selezione di un centinaio di poesie del "Dolce Stil Novo".
Giulia Lanciani - Ordinario dell'Università di Roma, si è occupata di letteratura medievale, moderna e contemporanea, delle aree linguistico-culturali gallega, portoghese e brasiliana, con studi, traduzioni e analisi critiche di alcuni dei maggiori poeti e prosatori di queste lingue. Dirige collane di saggistica. È dottore honoris causa dell'Università Nova e dell'Università Clàssica si Lisbona. Nel 2012 è stata nominata membro de honra della Real Academia Galega.
Tutte le conversazioni, a ingresso libero, sono condotte da Alessandro Gentili.
All'organo Paola Dessì.
Per info Centro Relazioni Culturali - tel. e fax 0544.39972 - www.centrorelazioniculturali.it -crc@comune.ra.it
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I retroscena del doppiaggio nel libro “Doppiami!”.

I retroscena del doppiaggio nel libro “Doppiami!”. Presente anche la scuola grossetana

GROSSETO – Un libro per capire meglio il doppiaggio, per rispondere alle tante curiosità di una professione misteriosa e al tempo stesso affascinante. “Doppiami! L’altra voce degli attori” è l’opera di Giuseppe Ferrara, uno dei registi più esperti del panorama italiano. Nel libro, edito dalla Effequ, una prima parte introduttiva è riservata alla storia sulla nascita del cinema, del sonoro e, quindi, del doppiaggio. Seguono una serie di capitoli sui ruoli coinvolti nella professione del doppiaggio, tutti indispensabili, perché fare il doppiatore è frutto di un certosino lavoro di squadra. Dal traduttore al direttore, dall’ adattatore alla segretaria di doppiaggio, dal fonico al sincronizzatore, tutti ruoli che emergono dal contesto di una produzione finale. Curiosa e divertente l’appendice che contiene gli ipse dixit sul doppiaggio, positivi e negativi, pronunciati da famosi registi, attori e doppiatori. La sezione dei contenuti speciali, invece, riporta un’intervista illuminante, a cura di Milena Djokovic, con Alessandro Serafini, direttore e fondatore dello Studio Enterprise, scuola grossetana di teatro e doppiaggio, con un particolare inciso sulle gioie e i dolori di un mestiere difficilissimo.

«Un libro sul doppiaggio, scritto per altro da un grande esperto, è sempre una bella scoperta – spiega Alessandro Serafini -. Mi ha fatto piacere essere contattato per la parte didattica, è il segnale che la scuola grossetana di doppiatori sta crescendo e si sta facendo strada, come dimostrano i tanti attestati di stima ricevuti in questi anni. La professione del doppiatore impone tanti sacrifici, ma resta un mestiere affascinante che come tale può riservare piacevoli sorprese a tutte le età». Alla presentazione del libro ha partecipato anche l’attore e doppiatore di fama nazionale Luca Biagini, voce italiana di Kevin Kline, John Malkovich, Hugh Laurie nel Dottor House e tanti altri.
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Barletta - Concorso Juvenes Translatores

Barletta - Concorso Juvenes Translatores

L’UFFICIO EUROPA INFORMA

Fonte: Sportello Europe Direct Barletta 

– Si terrà anche quest’anno il concorso di traduzione Juvenes Translatores riservato agli studenti delle scuole superiori. I testi da tradurre riguarderanno la cittadinanza UE e i benefici che ne comporta. 

Il concorso, giunto alla settima edizione, si svolgerà il 28 novembre contemporaneamente in tutte le scuole selezionate. Verranno ammesse al concorso oltre 760 scuole,ciascuna delle quali potrà iscrivere dai 2 ai 5 alunni di qualsiasi nazionalità.

I traduttori della Commissione europea (Direzione generale della Traduzione) correggeranno e sceglieranno la traduzione migliore per ciascuno Stato membro. I vincitori verranno invitati a Bruxelles per partecipare alla cerimonia di premiazione nell'aprile 2014.

È possibile iscriversi entro il 20 ottobre compilando l'apposito modulo online disponibile in tutte le lingue ufficiali UE. 
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Tradurre il Talmud per lanciare Ferrara

Tradurre il Talmud per lanciare Ferrara

«Tutti fuori. La riunione è riservata. Devono parlare del Talmud». Va bene che era la vigilia dello shabbat, il sabato ebraico, e l'incontro è stato convocato dentro il Meis, ma il Talmud ci è subito sembrato un pretesto per mimetizzare temi altri, più forti, segreti. E invece no. I riuniti come in un sinedrio ferrarese nel chiuso della direzione del Museo dell’Ebraismo Italiano e della Shoah hanno davvero discusso del testo sacro della fede giudaica.
Il nuovo progetto ferrarese è immenso: tradurre lo scritto sapienziale che sostiene quella fede e quella cultura, in italiano. Operazione mai avvenuta, se si considera che il Talmud per la sua possanza conosce soltanto trasposizioni in ebraico moderno e in inglese. L’impresa piace al ministro Massimo Bray che venerdì a Ferrara ha detto di credere nel progetto incompiuto del Meis nell’ex carcere di via Piangipane. Lui, il ministro digitale, assorto, mai stanco di vedere e ascoltare, magro e bianco, ha detto e ripetuto nella nostra città che i musei nuovi gli piacciono, ma devono essere innanzi tutto laboratori di ricerca, non soltanto strutture espositive. E ha ragione. Ferrara ebraica e museo dell’ebraismo sono funzionali appunto all’idea di far coesistere la struttura con l’officina della traduzione del Talmud. L’incontro riservato ha quindi fortificato il senso e la dinamica della struttura ex carceraria, anche perché ha compreso e messo a confronto i massimi livelli locali, regionali, nazionali. Dietro la porta chiusa, intorno al tavolo due ministri, Bray e Franceschini, l’assessore regionale alla cultura Mezzetti, la direttrice regionale dei beni culturali Di Francesco, il prefetto Raimondo, il sindaco Tagliani con gli assessori alla cultura e all’urbanistica Maisto e Fusari, la presidente della Provincia Zappaterra, il presidente della fondazione Meis e il direttore del museo Calimani e Finardi. Più quartier genere di così. Il progetto di traduzione in italiano del Talmud potrebbe trovare proprio nell’Expo 2015 un’occasione per il lancio e l’illustrazione a livello mondiale. Perché una impresa di questo genere chiamerà per forza a raccolta biblisti, esperti di lingue antiche, filologi, storici. Cultura non esposta, ma in movimento, secondo il Bray-pensiero. Dottrina, la sua, molto minimalista e apprezzata, che sa vedere e concepire anche la fine temuta di questo governo. Bray è consapevole che – se l’esecutivo finirà dall’oggi al domani - lui avrà comunque lavorato bene e non avrà rammarichi: non ci sono soste nel suo andare e venire per la penisola e le isole, e neanche acrobazie politiche preistoriche o italiote (di quell’Italia che va autodeprimendosi). L’assessore alla cultura Maisto è arci-certo che il Meis aprirà con i plessi espositivi fondamentali nel 2016 e che per chiudere il cantiere sono disponibili dagli 11 ai 12 milioni di euro. La riunione a porte chiuse è stata necessaria anche per fare chiarezza sulla nuova composzione del consiglio della fondazione che dal ministero va aspettando ancora indicazioni sul numero delle rappresentanze. Il ministro Franceschini è parso determinato – e ci mancherebbe, gioca in casa – sul Meis. Immagina di far riverberare il decreto Valore Cultura con ulteriori finanziamenti almeno nei prossimi dieci anni e dai venturi governi per chiudere il capitolo di via Piangipane. Dieci anni e venturi governi: questo è il ritmo lento delle imprese culturali (e turistiche) del beneamato Paese, purtroppo.
Ma quella impartita venerdì dal ministro Bray è stata una lezione di normalità. Piccoli gesti fisici, verbali, economici: ha lasciato la scorta chissà dove quando eravamo abituati a fenomeni processionali in doppiopetto e auto altrettanto blu con salamelecco anche al più basso in grado nella gerarchia ministeriale; mi ha raccontato di sua madre nata in Turchia, ad Izmir, e della sua formazione leccese, non appena ha visto, annusato e goduto della sarabanda del mercato ferrarese; ha preteso di pagare il catalogo dei Diamanti. Questi dovrebbero essere lo stile e il passo della rivoluzione culturale italiana: il ritorno a un’umanità quotidiana, solare e severa, che pretende di tradurre il Talmud al tempo di internet, a Ferrara. Proviamoci.