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Tempesta Italiana intervista Luisa Ziliotto, doppiatrice di Marlene Schweitzer

Tempesta Italiana intervista Luisa Ziliotto, doppiatrice di Marlene Schweitzer

Dopo qualche tempo tornano le grandi interviste di Tempesta Italiana con un personaggio molto amato dai fans di Tempesta D'Amore con cui abbiamo avuto modo di parlare anni fa. Stiamo parlando di Luisa Ziliotto, strepitosa doppiatrice di Miriam Saalfeld (Inez Bjorg David) e attualmente voce di Marlene Schweitzer, protagonista dell'ottava stagione. 

La brava doppiatrice ha gentilmente risposto alle mie domande riguardo la sua esperienza passata e presente a Tempesta D'Amore nel corso di un'intervista, assolutamente da non perdere che pone l'accento su una questione che da sempre incuriosisce i telespettatori, il doppiaggio.

Qui di seguito potrete leggerla, conoscendo meglio Luisa Ziliotto che ancora per diversi mesi ci accompagnerà nei panni della protagonista.






1. Eccoci di nuovo qui, a cinque anni dalla nostra intervista per parlare ancora con te di Tempesta D'Amore, questa volta non più di Miriam Saalfeld (Inez Bjorg David) bensì di Marlene Schweitzer (Lucy Scherer). La prima domanda d'obbligo però è, avendo doppiato la Von Heidenberg, cosa ne pensi della decisione degli autori di eliminare il personaggio?

Come avrete notato quasi tutti i protagonisti giovani durano un certo numero di puntate (circa 200) e poi vengono sostituiti, purtroppo per noi doppiatori ma per fortuna per il pubblico che vede facce nuove! Miriam era stata allontanata per un po' credo perché aveva altri ingaggi e poi non è più tornata...forse l'attrice non era simpaticissima alla produzione o forse aveva altro da fare (so che ha avuto un figlio...)

2. Parlando di questioni più piacevoli: che cosa hai pensato quando ti è stata affidata la voce di Marlene? Sei la prima doppiatrice a prestare la voce a due diverse protagoniste, un bel record!

Ovviamente ne sono stata molto contenta! Erano circa 5 anni che non lavoravo più nella produzione e la Dea Bendata mi ha assistito! Per quanto riguarda il "riciclaggio voci", non saprei...i casting sono anonimi, se mi hanno scelta è perché mi hanno considerata idonea a doppiare anche Marlene o perché non mi hanno riconosciuta!!!

3. Quando hai accettato di doppiare Marlene ti sei anche chiesta come avrebbe reagito il pubblico di Tempesta, ascoltando la 'voce di Miriam' su un'altra attrice?

Ho pensato che qualcuno avrebbe criticato questa scelta ma...le facce cambiano-le voci cambiano (nel senso che se gli attori sono diversi dobbiamo adeguarci ai nuovi ruoli modificando il timbro di voce, le intonazioni, le diverse intenzioni), chissà quanti mi avrebbero riconosciuta se non avessero letto il mio nome tra i doppiatori!

4. Rivolgendoti allo stesso pubblico che ha amato Miriam, come hai lavorato sul personaggio di Marlene per diversificarlo?

I caratteri di Miriam e Marlene sono abbastanza simili e per certi versi anche le loro storie...per riuscire a diversificare i due personaggi ci si deve fidare dei direttori di doppiaggio e del proprio istinto!

5. Cosa ne pensi del personaggio di Marlene?

Ammetto che all'inizio non mi era così simpatica...troppo succube di sua madre e poco autonoma nelle scelte...ma adesso mi ci sto affezionando e confido in una svolta nella sua vita (l'amore per Konstantin?) che la renderà più matura e indipendente.

6. Se fossi in lei sceglieresti Michael o Konstantin?

Per adesso sta con Michael ed è innamorata di lui, anche se sono molto diversi...ma presto si renderà conto che il vero amore è un altro e che ha molti più punti in comune con Konstantin che con Michael; personalmente, dovessi scegliere? Sono sposata e non guardo gli altri uomini!!!

7. Come forse saprai Lucy Scherer è anche una cantante e presto in Germania andrà in onda un momento clou nel corso del quale interpreterà la canzone simbolo del suo amore per Konstantin proprio insieme a lui. Anche tu ti diverti a cantare?

Sì, mi piace cantare...ogni tanto faccio la corista nel gruppo di mio marito ma le cantanti brave sono altre :-)

8. Hai avuto modo di conoscere Lucy Scherer? E se non è così che le diresti se la dovessi incontrare?

Non conosco personalmente l'attrice ma la trovo molto carina e spiritosa.

9. Ci puoi raccontare qualche retroscena divertente riguardo al doppiaggio? Ad esempio con Luigi Rosa (voce di Konstantin), Andrea Zalone (voce di Michael) o con Cristina Giolitti (voce di Natascha)?

Per questioni economiche e di tempo ognuno di noi doppia quasi sempre da solo in studio, quindi non ho grandi aneddoti (bei tempi quelli di Miriam e Robert in cui si doppiava sempre insieme e ci si divertiva un mondo...ma la crisi si sente eccome!!!)...ogni tanto la mamma (Cristina Giolitti e io, siamo molto amiche) mi lascia qualche simpatico messaggino sul copione...e io le rispondo a tono!

10. A breve Lucy Scherer lascerà il cast di Tempesta D'Amore. Sei dispiaciuta di dover nuovamente abbandonare il doppiaggio della soap?

Sono molto dispiaciuta ma mi ritengo fortunata...se avessero scelto un'altra doppiatrice non sarei qui a rispondere alle vostre domande...

11. Presti anche la voce ad un altro personaggio di una soap tedesca, Isabelle Lisson (Cecilie Bagieu) di Lena - Amore della mia vita. Come è stato calarsi in un personaggio un po' sopra le righe come il suo?

Doppiare Lena mi ha divertito molto, direi che è un personaggio davvero "nelle mie corde"! Buffa, spiritosa ed espressiva, Cecilie Bagieu è un'attrice che spero di rincontrare nel mio cammino

12. Se hai voglia e se puoi, anticipaci dove ti potremo ascoltare, quando Marlene non sarà più in scena.

Non sto lavorando molto, a parte Tempesta sono su qualche documentario ma nessun personaggio così interessante...incrociate le dita per me!!!


Ti ringraziamo ancora tanto per la tua disponibilità. Un abbraccio da parte di tutti i fans.
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Traduzione istantanea in Twitter per Windows Phone

Traduzione istantanea in Twitter per Windows Phone

Twitter ha da poco introdotto una nuova funzione nella sua applicazione ufficiale per Windows Phone. Grazie a Bing Translator di Microsoft, l’applicazione fornisce in automatico la traduzione istantanea di post scritti in lingue diverse dalla nostra. La traduzione non viene fatta direttamente nella nostra Timeline ma bisogna cliccare sul post che ci interessa. Novità importante e molto utile, è la prima volta che la piattaforma mobile di Microsoft viene scelta per introdurre una nuova feature.
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Etruscan alphabet

Etruscan alphabet

The Etruscan alphabet developed from a Western variety of the Greek alphabet brought to Italy by Euboean Greeks. The earliest known inscription dates from the middle of the 6th century BC. Most Etruscan inscriptions are written in horizontal lines from rigth to left, but some are boustrophedon (running alternately left to right then right to left).
More than 10,000 Etruscan inscriptions have been found on tombstones, vases, statues, mirrors and jewellery. Fragments of an Etruscan book made of linen have also been found. Etruscan texts can be read: i.e. the pronunciation of the letters is known, though scholars are not sure what all the words mean.
No major literary works in Etruscan have survived, however there is evidence for the existence of religious and historical literature and drama. It is also possible that the Etruscans had a notation system for music.
The Etruscan language was spoken by the Etruscans in Etruria (Tuscany and Umbria) until about the 1st century AD, after which it continued to be studied by priests and scholars. The emperor Claudius (10 BC - 54 AD) wrote a history of the Etruscans in 20 volumes, none of which have survived, based on sources still preserved in his day. The language was used in religious ceremonies until the early 5th century.
Etruscan was related to Raetic, a language once spoken in the Alps, and also to Lemnian, once spoken on the island of Lemnos. It was also possibly related to Camunic, a language once spoken in the northwest of Italy.

Archaic Etruscan alphabet (7th-5th centuries BC)

Archaic Etruscan alphabet

Neo-Etruscan alphabet (4th-3rd centuries BC)

Neo-Etruscan alphabet

Sample text in Etruscan


Sample text in Etruscan
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Proclamati i vincitori della iv edizione del Premio Raduga

Proclamati i vincitori della iv edizione del Premio Raduga

CULTURA: PROCLAMATI I VINCITORI DELLA IV EDIZIONE DEL PREMIO RADUGA, CONCORSO LETTERARIO ITALO RUSSO PER SCRITTORI E TRADUTTORI UNDER 35.

CULTURA ASSET STRATEGICO PER INTENSIFICARE E INNALZARE RELAZIONI ANCHE ECONOMICHE TRA I DUE PAESI.



(Vicenza, 28 giugno 2013). Fabio Chiriatti (Martignano, Lecce) e Elisabetta Spediacci (Torino) sono i vincitori della IV edizione del Premio Raduga, rispettivamente per le categorie ‘giovane autore italiano dell’anno’ e ‘giovane traduttore italiano dell’anno’. L’annuncio è stato dato oggi a Vicenza, nel corso della cerimonia di proclamazione ospitata alle Gallerie d’Italia di Palazzo Leoni Montanari, sede museale di Intesa Sanpaolo a Vicenza. Istituito nel 2010 dall’Associazione Conoscere Eurasia con sede a Verona e dall’Istituto Letterario Gorky di Mosca, da 80 anni epicentro della cultura russa, il Premio Raduga è attualmente tra i riconoscimenti più prestigiosi nel panorama delle relazioni interculturali italo-russe, destinato agli aspiranti scrittori e traduttori under 35 dei due Paesi e realizzato in collaborazione con il Centro russo di Scienza e Cultura di Roma, Istituto italiano di Cultura a Mosca e P.E.N. Club Italia ONLUS, con il patrocinio di Rospechat', l'Agenzia Federale per la stampa e le comunicazioni di massa e il sostegno di Banca Intesa Russia, Gruppo editoriale Azbooka-Atticus e Feltrinelli Editore.

Due le giurie che hanno selezionato le oltre 60 opere iscritte alla IV edizione del concorso: quella italiana guidata da Inge Feltrinelli, presidente Giangiacomo Feltrinelli Editore, e quella russa condotta dal rettore dell’Istituto Gorky, Boris Tarasov.

“Il Premio Raduga, in sole quattro edizioni, ha saputo accreditarsi tra i concorsi letterari di eccellenza per gli aspiranti autori e traduttori italiani e russi” – ha dichiarato Antonio Fallico, presidente dell’Associazione Conoscere Eurasia e di Banca Intesa Russia – “diventando una grande opportunità di visibilità e di inserimento per i giovani nel mondo letterario. L’Italia – ha proseguito Fallico – gioca un ruolo di trait d’union tra l’Europa e l’Asia grazie all’interscambio commerciale e ai legami culturali che stanno alla base delle relazioni tra Italia e Russia. Per questo la cultura fa parte degli asset strategici per l’intensificazione e l’innalzamento anche della cooperazione economica”.

Per Boris Tarasov, rettore dell’Istituto Letterario Gorky: “In un’epoca di degrado che invade stili e contenuti, il Premio Raduga dimostra che ci sono ancora giovani aspiranti letterati che scelgono la strada più ardua e difficile per perfezionare il loro talento, invece di puntare sul raggiungimento immediato del successo”.

Completano la rosa dei vincitori del Premio Raduga 2013, Elena Tarkhanova, ‘giovane autore russo dell’anno’ di Lys’va (Regione di Perm, Russia) ma attualmente residente a Galbiate (Lecco) e Valentina Marcevaja-Kucerovskaja di Minsk (Bielorussia) che si aggiudica il titolo di ‘giovane traduttore russo dell’anno’. I vincitori, le cui opere saranno pubblicate sull’Almanacco Letterario in distribuzione in Italia e in Russia, hanno ricevuto anche un premio in denaro del valore di 5.000 euro per la sezione ‘giovane autore dell’anno’ e di 2.500 euro per quella riservata al ‘giovane traduttore dell’anno’.

Alle Gallerie d’Italia di Palazzo Leoni Montanari, a Vicenza, per la proclamazione dei vincitori della IV edizione del Premio Raduga erano presenti, tra gli altri: Inge e Carlo Feltrinelli; Alexandr Mamut, Presidente CdA di Azbooka-Atticus (una delle più grandi case editrice in Russia); Elena Pasternak, nipote dello scrittore e docente all’Università Statale di Mosca; Alexey Varlamov, scrittore; Evgenij Sokonovic, celebre traduttore; Sebastiano Grasso, presidente Pen Club Italia e Olga Lein, CEO Banca Intesa Russia.
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Sinodo o collegio? Il traduttore corregge il papa

Sinodo o collegio? Il traduttore corregge il papa

Nella terza e ultima parte dell’omelia pronunciata nella festa dei santi Pietro e Paolo, alla presenza di rappresentanti del patriarcato ecumenico di Costantinopoli, Francesco ha citato tre volte la “Lumen gentium”, la costituzione del Concilio Vaticano II sulla Chiesa.
La prima citazione era tratta dal paragrafo 18, che “come oggetto certo di fede” ripropone “la dottrina della istituzione, della perpetuità, del valore e della natura del sacro primato del romano pontefice e del suo infallibile magistero”.
La seconda era tratta dal paragrafo 19, che ricorda come Gesù costituì gli apostoli “dando loro la forma di collegio, cioè di un gruppo stabile, del quale mise a capo Pietro, scelto di mezzo a loro”.
La terza era tratta dal paragrafo 22, che ribadisce che “il collegio o corpo episcopale non ha autorità, se non lo si concepisce unito al pontefice romano, successore di Pietro, quale suo capo, e senza pregiudizio per la sua potestà di primato su tutti, sia pastori che fedeli”.
Nell’intera costituzione “Lumen gentium” non si fa menzione dell’istituzione denominata sinodo dei vescovi. Anzi, la stessa parola “sinodo” quasi neppure c’è. Vi ricorre una sola volta, come sinonimo del concilio ecumenico stesso.
Del sinodo dei vescovi, in tutti i documenti del Vaticano II si parla brevemente: soltanto nel paragrafo 5 del decreto “Christus Dominus” sulla missione pastorale dei vescovi. Dove si legge:
“Una più efficace collaborazione al supremo pastore della Chiesa la possono prestare, nei modi dallo stesso romano pontefice stabiliti o da stabilirsi, i vescovi scelti da diverse regioni del mondo, riuniti nel consiglio propriamente chiamato sinodo dei vescovi. Tale sinodo, rappresentando tutto l’episcopato cattolico, è un segno che tutti i vescovi sono partecipi in gerarchica comunione della sollecitudine della Chiesa universale”.
È accaduto però che papa Francesco, nel pronunciare la terza parte della sua omelia, sia sia distaccato in tre punti dal testo scritto. E abbia preferito dire “sinodo dei vescovi” invece che “collegio dei vescovi”, e “sinodalità” invece che “collegialità”.
Ecco qui di seguito la trascrizione integrale di questa terza parte dell’omelia, con sottolineate le aggiunte orali al testo scritto:
“Confermare nell’unità. Qui mi soffermo sul gesto che abbiamo compiuto. Il Pallio è simbolo di comunione con il Successore di Pietro, ‘principio e fondamento perpetuo e visibile dell’unità della fede e della comunione’ (Conc. Ecum Vat. II, Cost. dogm. sulla Chiesa Lumen gentium, 18). E la vostra presenza oggi, cari Confratelli, è il segno che la comunione della Chiesa non significa uniformità. Il Vaticano II, riferendosi alla struttura gerarchica della Chiesa afferma che il Signore ‘costituì gli Apostoli a modo di collegio o gruppo stabile, a capo del quale mise Pietro, scelto di mezzo a loro’ (ibid., 19). Confermare nell’unità: il Sinodo dei Vescovi, in armonia con il primato. Dobbiamo andare per questa strada della sinodalità, crescere in armonia con il servizio del primato. E il Concilio continua: ‘questo Collegio, in quanto composto da molti, esprime la varietà e universalità del Popolo di Dio’ (ibid., 22). Nella Chiesa la varietà, che è una grande ricchezza, si fonde sempre nell’armonia dell’unità, come un grande mosaico in cui tutte le tessere concorrono a formare l’unico grande disegno di Dio. E questo deve spingere a superare sempre ogni conflitto che ferisce il corpo della Chiesa. Uniti nelle differenze: non c’è un’altra strada cattolica per unirci. Questo è lo spirito cattolico, lo spirito cristiano: unirsi nelle differenze. Questa è la strada di Gesù! Il Pallio, se è segno della comunione con il Vescovo di Roma, con la Chiesa universale, con il Sinodo dei Vescovi, è anche un impegno per ciascuno di voi ad essere strumenti di comunione”.
Non è la prima volta che papa Jorge Mario Bergoglio fa capire d’essere intenzionato a rafforzare il ruolo del sinodo dei vescovi.
Ma questa volta si è espresso oralmente in una forma che – se messa per iscritto in anticipo – avrebbe fatto alzare il sopracciglio a qualche revisore della congregazione per la dottrina della fede. Perché un sinodo dei vescovi, istituto parziale e transeunte, non è la stessa cosa del collegio episcopale universale, costitutivo da sempre e per sempre della struttura della Chiesa.
Così, quando il traduttore ufficiale in francese dell’omelia di papa Francesco, arrivato all’ultima riga della terza parte si è imbattuto in questa approssimazione, gli è scappato di… correggere il papa, mettendo tra parentesi la traduzione letterale accompagnata da un punto interrogativo:
“… avec le Collège (Synode?) des évêques…”.
Ai giornalisti accreditati presso la sala stampa vaticana, la prima versione in francese dell’omelia del papa è arrivata così come sopra, poco dopo la fine della celebrazione.
Solo più tardi, quando l’omelia è comparsa nel sito del Vaticano, la versione francese è apparsa pulita, senza più la glossa del traduttore.
“… avec le Synode des évêques…”.