Il doppiaggio
Il doppiaggio
Che io non sia una grande fan del doppiaggio e dell'adattamento in generale è noto ai più, sui motivi di questo odio invece ci sono pareri discordanti.
La maggior parte mi taccia di snobbismo, che mi sembra una ragione ben debole in un mondo fatto ormai praticamente da serie tv sottotitolate.
Eppure c'è ancora gente che 'no, vabbè, la aspetto in italiano su Sky' oppure 'ma se leggo i sottotitoli non guardo cosa succede sullo schermo'.
Ma andiamo con ordine: perché sto facendo ORA questo discorso? Principalmente perché questo è il momento in cui sono arrivati al cinema tre film che, pareri personali a parte, sono stati brutalizzati dal doppiaggio. Mi riferisco a The Master, Django Unchained e Lincoln.
Ok, forse per The Master il termine 'brutalizzato' è un po' forte, ma quanti, dalle prime battute del film, avevano capito che lo strano dentista che libera Django è tedesco? Il nome - Schultz - sicuramente aiuta, ma nella versione italiana si tratta di un personaggio buffo, con una ricercata sintassi all'interno delle frasi che pronuncia, dall'immagine pomposa, quasi ridicola e senza alcuna cadenza tedesca.
Quando si arriva quindi alla storia che riguarda Broomhilda, la connessione tra i due è quasi inesistente, mentre in originale si percepisce all'istante. Un vero peccato, considerato che la linea di Broomhilda è forse una delle poche parti interessanti che Tarantino è riuscito a creare nel film.
Ma l'apice della follia lo si raggiunge nel momento in cui non è Franco Nero a doppiare se stesso. Perché? Qual è il mirabolante ragionamento dietro a questa scelta praticamente ingiustificabile? Non ci è dato a saperlo.
Ma via, chiudiamo un occhio (orecchio?) per Django Unchained. Con Lincoln, però, la cosa raggiunge davvero livelli intollerabili, con F-A-V-I-N-O nei panni del presidente americano.
Chi ha visto il film sa di cosa parlo; chi non l'ha visto si ricerchi i trailer US e quelli italiani e si prepari a rabbrividire.
Lincoln, per altro, oltre all'errata scelta del timbro vocale, apre il capitolo anche su tutto il substrato socio-economico che traspare prepotentemente da un film o da una serie tv.
Perché il cinema (e sì, anche la tv, dio quanto mi pesa dirlo) ricopre il ruolo che nell'800 era del romanzo: spiega alla massa lo stato della società coeva.
Quindi non solo è errato a livello 'audio' doppiare un personaggio qualunque di Shameless o di Misfits con delle voci diverse dalle originali, ma è sbagliato anche farli parlare come se fossero tutti membri dell'Accademia della Crusca: anche se si parla di realtà disagiate, difficili, spesso senza accesso anche alla cultura di base, tutti si esprimono in maniera corretta, spesso anche con una certa ricerca linguistica.
Per non parlare, poi, di tutte le volte in cui "relax!" diventa "rilassati" e non "stai calmo", "you're ruining my life" diventa "stai rovinando la MIA vita" e non "mi stai rovinando la vita" e via via fino all'errore degli errori, quello di fronte al quale qualunque amante di sci-fi è a rischio embolia: "nitrogen" tradotto come "nitrogeno" e non come "azoto".
Perché chiariamoci: nitrogeno non vuol dire UN CAZZO. Non è niente, non esiste. Sì, ok, è il nome arcaico dell'azoto ma è, per l'appunto, errato, antico, in disuso.
Come tradurre "silicon" con "silicone" e non con "silicio".
E mi fermo prima che di sentirmi male.
Altre volte, poi, l'adattamento arriva a fare a pezzi la natura di un prodotto: uno su tutti, La Tata che è passata dall'essere ebrea (con tutte le implicazioni che questo ha nella società americana) all'essere ciociara, con gravi rimescolamenti interni anche a livello di personaggi e parentela.
Insomma, un gran casino per... cosa?
A nessuno sarebbe stato utile capire come erano visti gli ebrei di terza o quarta generazione nell'America degli anni '90?
Non è di molti giorni fa l'uscita di Biden che afferma che per l'integrazione ed il riconoscimento degli omosessuali negli Stai Uniti han fatto di più 8 stagioni di Will & Graceche mille manifestazioni e disegni di legge (e post su FB, aggiungo io).
Ed è proprio nell'ultima puntata di Modern Family che si gioca sul concetto di essere due genitori omosessuali ma non checche, per evitare che la propria figlia adottiva (!) li chiami con appellativi femminili.
Che il doppiaggio sia presente in maniera prepotente in paesi che sono - o sono stati - dittature è fuori da ogni dubbio, ma è sbagliato dire che la traduzione è fedele e che quindi non c'è più controllo delle masse.
Il controllo c'è ancora, sia quando decidiamo arbitrariamente di appiattire un personaggio e renderlo macchietta, sia quando preferiamo produrre serie tv totalmente scollegate dalla realtà come Un Medico In Famiglia o Carabinieri.
Non significa inventarsi il presente, significa inventarsi e creare un futuro ben preciso.
Modern Family sta insegnando all'America come saranno le famiglie in futuro (famiglia super allargata con zio gay con partner e bimba adottata di altra etnia, più questioni ebraiche, più questione latina, più coppie con ampia differenza d'età e mi fermo. Guardatelo).
So che ho toccato un sacco di argomenti in maniera molto confusa, quindi provo a riassumere: non siamo snob quando abbiamo voglia di ascoltare una cosa in lingua originale (o sottotitolata, se non è un prodotto anglofono), è che in fondo vogliamo imparare. Vogliamo capire cosa dicono, come lo dicono e perché lo dicono.
E a dirla tutta: se un attore viene scelto per una parte, è anche per via della sua voce, di come dice una battuta, per quel qualcosa che il regista c'ha visto.
Ci sta che, colore della pelle a parte, Pino Insegno non sarebbe stato scelto da Tarantino? E allora perché cazzo volete mettercelo in Django Unchained?
Perché allora domani io vi porto a vedere una mostra di Dalì: è stupenda, ci son le ristampe in bianco e nero dei suoi lavori, sulle quali dei pittori professionisti han passato una mano di colore, a seconda della loro sensibilità.
fonte: http://theforceofhobbit.blogspot.it/2013/01/spiega-il-doppiaggio.html