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Mediaset Premium, lo sciopero dei doppiatori mette in ginocchio le serie tv

Mediaset Premium, lo sciopero dei doppiatori mette in ginocchio le serie tv

Lo sciopero dei doppiatori, indetto il 12 giugno, ha messo in ginocchio alcune delle serie tv di punta di Mediaset Premium, che ha dovuto correre ai ripari ripiegando sui sottotitoli in italiano e la messa in onda in lingua originale. Lo sciopero proseguirà fino al 2 luglio ma c’è l’eventualità che possa proseguire oltre la data stabilita mettendo a rischio altri prodotti seriali.



Lo sciopero dei doppiatori, indetto il 12 giugno, continua a mietere vittime tra le serie tv più seguite, tanto che le reti Mediaset hanno deciso di prendere provvedimenti mandando in onda alcune puntate in lingua originale per tutto il periodo dell’astensione dal lavoro, che proseguirà fino al 2 luglio. Hanno incrociato le braccia anche i direttori del doppiaggio, i dialoghisti ed i fonici per un rinnovo del contratto mai arrivato e per garantire condizioni di lavoro più soddisfacenti.

A farne le spese sono alcune delle serie tv di punta dei canali di Mediaset Premium che hanno risentito fortemente del disagio, anche se la pay tv ha scelto di mandare in onda ugualmente gli episodi optando per la lingua originale e i sottotitoli in italiano, diversamente da Fox Italia, che ha deciso di sospendere la programmazione delle puntate soggette allo sciopero. Da segnalare su Premium Action gli ultimi due episodi della seconda stagione di Revolution e gli ultimi 6 episodi della terza stagione di Grimm, in onda dal 23 giugno. Sottotitoli anche per la quinta stagione di Parenthood, in onda su Mya con gli ultimi 4 episodi mentre su Joy sono stati colpiti gli ultimi 4 episodi della quarta stagione di Mike&Molly e della quinta stagione di The Middle, mentre nella terza stagione di Suits sono stati coinvolti gli ultimi 2 episodi. Anche The Mentalist ha dovuto soccombere allo sciopero, con gli ultimi 4 episodi della sesta stagione in onda su Premium Crime a partire dall’8 luglio.

La battaglia dell’Anad, ovvero l’Associazione Nazionale Attori Doppiatori, e dell’Aidac, cioè l’Associazione Italiana Dialoghisti Adattatori Cinematografici, supportata dai sindacati di settore, potrebbe prolungarsi oltre la data stabilita se non dovessero essere raggiunti gli obiettivi previsti, ovvero delle condizioni lavorative più eque che tengano conto delle prestazioni da valutare di volta in volta in base al tipo di programma o serie che viene rielaborato, e di quello dei fonici. Se l’accordo dovesse saltare verrebbero coinvolti anche altri prodotti televisivi, dai cartoni animati ai documentari e le soap opera.
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Doppiatori in sciopero

Doppiatori in sciopero

Lo sciopero durerà fino al 2 luglio

Durerà fino al 2 luglio lo sciopero dei doppiatori italiani, iniziato il 12 giugno in vista del rinnovo dei contratti di categoria.

Uno sciopero che rischia di bloccare gran parte della programmazione televisiva e la tabella di marcia della produzione cinematografica, nel caso in cui la situazione non dovesse risolversi in fretta.

“Vogliono sottopagarci – ha dichiarato Francesco Venditti, attore e doppiatore - trasformando i singoli turni di doppiaggio in momenti in cui fare più lavori insieme: un pezzo di un film, uno di un cartone animato, uno di un documentario... Tutto questo per chiamare a lavorare meno attori. È inaccettabile. L'unico modo per fare sentire la nostra voce è entrare in sciopero".

Roberto Stocchi, presidente Anad (Associazione Nazionale Attori Doppiatori), ha aggiunto: "Il nostro contratto risale al 2008 ed è scaduto da tre anni e mezzo. Con il sostegno dei sindacati e dell'Aidac, Associazione Italiana Dialoghisti Adattatori Cinematografici, abbiamo deciso di entrare in sciopero per evitare che il nostro lavoro venga stravolto con orari inaccettabili, passi indietro e una dequalificazione che porterebbe anche alla perdita del lavoro stesso per molti".

Ancora peggiori, aggiunge Stocchi, sono le condizioni dei fonici di doppiaggio, che sono “meno tutelati, guadagnano poco e vengono considerati l'ultima ruota carro, pur essendo indispensabili".

di Grazia Cicciotti - funweek.it
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Dietro al lavoro dello scrittore: intervista a Silvia Soccio, editor, traduttrice e interprete

Dietro al lavoro dello scrittore: intervista a Silvia Soccio, editor, traduttrice e interprete

Quanto lavoro c’è dietro a un libro, oltre al lavoro creativo dello scrittore stesso?

Noi del Giornale di Montesilvano lo abbiamo chiesto a Silvia Soccio, editor freelance, traduttrice e interprete.

Silvia Soccio ha conseguito  la  laurea in  Traduttori  e  Interpreti  presso l’Università  G. D’Annunzio  di Pescara  nel  2009  e,  da  allora si occupa  di  traduzioni  dallo spagnolo, francese  e  inglese  verso l’italiano,  di editing,  correzione  e impaginazione di romanzi, racconti, saggi, articoli e poesie.
Ha  corretto  diversi  testi  per  conto  di  scrittori  abruzzesi, spaziando  dalla fantascienza alla saggistica.
Attualmente collabora con un antropologo catalano (Josep Maria Fericgla) per la traduzione e pubblicazione dei suoi saggi in italiano.
Si dedica, inoltre, all’organizzazione di eventi culturali e presentazioni insieme al collega Alessio Masciulli per la promozione di autori emergenti.

Cara  Silvia,  innanzitutto  ti  ringrazio  per  aver  accettato  di  essere intervistata da me. Come ti è accaduto di appassionarti alla scrittura?

Cara  Ilaria,  grazie  a  te  per  avermi  dato  l'opportunità  di  essere intervistata. Più che di scrittura in realtà sono appassionata di lettura. Ho sempre adorato leggere e sto cercando di far convergere questa mia passione con il lavoro. Leggere lavorando, lavorare leggendo.

Hai  fatto  studi  linguistici,  sicuramente  questo  ti  ha  condizionato  in questa tua scelta professionale o è viceversa, ossia la passione per la scrittura, che in qualche modo ti ha indirizzato verso questi studi?

La scelta di studiare lingue è scaturita dalla mia passione per i viaggi, dalla curiosità di conoscere altre culture, altri modi di vivere,  altri suoni. Poi,  strada  facendo,  ho  capito  che  volevo  diventare  traduttrice editoriale, quindi l'idea del libro mi ha sempre accompagnata e questa resta  la  mia  passione  principale.  Addentrandomi  nella  realtà  della traduzione editoriale, mi sono resa conto che avrei potuto sfruttare le nozioni  e  i  meccanismi  della  traduzione  anche  per  la  correzione  di romanzi e saggi in lingua italiana. Per quanto possano sembrare due operazioni  distinte  e  distanti,  in  realtà  sono  molto  affini.  L'analisi profonda  della  lingua  le  accomuna,  il  penetrarla  fino  a  giungere all’essenza della parola esplicita o implicita.

Collabori con lo scrittore Alessio Masciulli: come è nato questo progetto artistico condiviso?

La  collaborazione  con  Alessio  Masciulli  è  nata  mentre  mi  stavo occupando di organizzare una presentazione per conto della scrittrice Siria Evangelista. E' grazie a lei che ci siamo incontrati. Mentre ero con Siria alla Mondadori di Chieti  Scalo, e stavamo parlando con Luigi, il proprietario,  per  organizzare  la  presentazione,  lui  ci  ha  parlato  di Alessio, dicendoci che avrebbe tenuto una presentazione proprio nella sua libreria, di lì a qualche giorno.  Così andai a conoscerlo, gli chiesi dei consigli  su  come  impostare  la   presentazione  e  lui,  mi  ricordo,  fu disponibilissimo e non esitò neanche un attimo a svelarmi tutto quello che aveva imparato durante quegli anni. Andò a finire che facemmo insieme  la  presentazione  di  Siria  e,  successivamente,  Alessio  mi coinvolse in altri progetti, aprendomi tante porte. Non lo ringrazierò mai abbastanza. Da allora abbiamo cominciato a collaborare organizzando eventi culturali. Il  prossimo in cantiere, per fine agosto. Ma è ancora presto per svelare i dettagli...

Cosa vuol dire curare l' editing di un romanzo, sia in termine tecnico che di impegno necessario?


Curare l'editing di un romanzo vuol dire lavorare in profondità sul testo, partendo  dallo  strato  più  esterno,   quindi  dalla  grammatica  e ortografia, per scendere a mano a mano sempre più all'interno, verso la sintassi, il lessico, la semantica, lo stile, il significato. Nel caso del romanzo, oltre alla semplice correzione di refusi ed errori, l'editor deve rendere il testo fluido, se non lo è già, deve controllare che fabula e intreccio  siano  ben
strutturati,  che  i  riferimenti  spaziali  e  temporali siano  corretti  e  coerenti  in  tutto  il  testo,  che  i
personaggi  siano caratterizzati  in  modo  logico  e  che  aderiscano  al  loro  registro linguistico,  che  siano
verosimili.  Si  tratta  di  un  lavoro  mirato  a rafforzare compattezza, coerenza e fluidità, rielaborando, qualora ce ne fosse bisogno, i punti deboli. Il tutto stando sempre molto attenti a non prevaricare mai l'autore, in un continuo gioco di equilibrio che si muove sempre sulla corda dello stile proprio dell'autore. Grazie al profondo rispetto che nutro verso il lavoro  di creazione dello scrittore, più che modificare il testo io tendo sempre a proporre soluzioni alternative e discuto con lui ogni singolo cambiamento.  Non  modifico
mai  nulla  se  non  ho  il  consenso  dello scrittore.  Questo rapporto di fiducia è indispensabile, a mio avviso, per Il progetto che fino ad ora mi ha dato più soddisfazione in assoluto è quello  della  traduzione  del
saggio  di  antropologia,  perché  è  stato  il primo  e  perché  l’ho  portato  avanti  da  sola,  dalla  ricerca
della  casa editrice per la pubblicazione, al rapporto con la casa editrice spagnola per  la  cessione  dei
diritti,  il  contatto  diretto  con  l’autore  che  sono andata a conoscere personalmente a Barcellona. Insomma l’ho curato a 360 gradi. E spero che questo libro sia solo il primo della lunga serie di testi scritti da questo autore che mi auguro di far conoscere al pubblico italiano. Ovviamente sono molto soddisfatta anche di tutti i testi che ho corretto e revisionato in questi anni per conto di autori locali. È a loro che devo il mio ingresso in punta di piedi nel mondo editoriale.

Quale delle lingue da te conosciute, a parte l’italiano, senti più tua e per quali motivazioni?


Come forse potrete intuire dalla risposta precedente, la lingua che più di tutte sento mia è lo spagnolo. Ho sempre subito il suo fascino, la sua musicalità, la sua sensualità. Ho anche vissuto in Spagna per un periodo e lì ho avuto modo di innamorarmi perdutamente di questa lingua e di addentrarmi nella cultura dalla quale è nata, con tutte le contaminazioni e  influenze arabe che la rendono così  evocativa.  Anche se mi  sento totalmente a mio agio con lo spagnolo, tutte le lingue mi affascinano moltissimo, i suoni diversi dall’italiano hanno sempre scatenato in me fantasie di luoghi lontani che avrei voluto e voglio visitare. Ogni lingua è speciale e racconta la realtà attraverso suoni diversi che si uniscono e si accostano per formare un lessico “altro”,  per descrivere il  mondo da un’altra prospettiva e offrire un punto di vista nuovo a chi si addentra tra  le  sue  parole  misteriose  e  i  suoi  suoni  carichi  di  significati  da scoprire.

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Vaticano, il sito internet anche in arabo


È un «dono del Santo Padre» in occasione dal viaggio in Terra Santa. «Con il tempo saranno incrementate le traduzioni disponibili»


Il sito internet del Vaticano è da ieri disponibile anche in lingua araba. «A partire da oggi, come dono del Santo Padre per i fedeli di lingua araba, è disponibile in arabo - ha riferito un Bollettino della sala stampa vaticana - il sistema Vatican.va, che comprende il sito web www.vatican.va, il sito mobile, il widget, l'app vatican.va per Android e per Apple, per mobili e tablet».

«Con il tempo - annuncia il Vaticano - saranno incrementate le traduzioni disponibili nel sito».

Un "regalo" pensato in occasione del viaggio papale in Terra Santa dove sono tanti i cristiani di lingua araba.
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Luciano Canfora, ''Salviamo la traduzione dei classici, strumento di comprensione tra i popoli''

Al Salone Internazione del Libro di Torino il filologo, storico e saggista Luciano Canfora ha discusso dell'importanza dell'attività di traduzione dei testi classici con Renata Colorni, Ernesto Franco, Elena Loewenthal e Nuccio Ordine
TORINO - ''Prima che la politica ci abitui all'idea di un mondo di totale incomprensione, di tutti contro tutti, salviamo i classici e le traduzioni''. Con queste sentite parole Luciano Canfora ha concluso il suo intervento al Salone del Libro di Torino nell'ambito dell'incontro ''Tradurre i classici''. Insieme a lui hanno affrontato l'argomento Renata Colorni, traduttrice che lavora da ormai vent'anni con Arnoldo Mondadori Editore per cui dirige i Meridiani,Ernesto Franco, scrittore, traduttore e direttore editoriale di Einaudi, e Nuccio Ordine, filosofo italiano che dirige tre collane di classici per la casa editrice francese Belles Lettres. Ha mediato l'incontro la scrittrice, studiosa di Ebraistica e traduttrice Elena Loewenthal.
CLASSICO E' CIO' CHE SI CONSERVA E SI RINNOVA - Collane come i Meridiani, i Classici Bompiani con testo originale a fronte e la nuova serie avviata da Einaudi testimoniano come una traduzione di qualità sia fondamentale per consentire il nostro rapporto e la nostra comprensione dei testi classici. Come sottolineato da Elena Loewenthal, però, "tradizione non significa soltanto, letteralmente, trasportare qualcosa nel tempo, significa anche cambiamento. Classico è di sicuro ciò che fa parte del passato, ma è anche ciò che è oggetto di imitazione, il modello con cui continuamente ci si confronta e che continuamente si rinnova. Il concetto di classico non è associato solo alla conservazione, ma anche all'innovazione". Ecco peerchè la traduzione non si può mai intendere come un lavoro concluso, ma è un'attività di continuo e infinito avvicinamento a un oggetto che è impossibile raggiungere.
LA TRADUZIONE, UNA CONTINUA MARCIA DI AVVICINAMENTO - E' perfettamente d'accordo con questa idea Luciano Canfora, che si rivolge ai numerosi ragazzi - "probabilmente costretti a partecipare", scherza - e agli insegnanti presenti in sala chiedendo: "Cosa rende ostico il compito della traduzione dal greco e dal latino per i ragazzi? L'idea che ci sia un'unica traduzione giusta che loro devo 'indovinare'. In realtà la traduzione è una marcia di avvicinamento continuamente in corso. Le traduzioni possibili sono infinite, e nel tempo se ne susseguono di diverse. Bisognerebbe far partecipare lo studente a questa marcia, a questo lavoro in corso, a questo esercizio".
LA TRADUZIONE, STRUMENTO DI DIALOGO TRA I POPOLI - Sull'utilità di questo esercizio per la mente, Canfora non ha alcun dubbio. "Mi viene in mente un suggerimento di Carducci: se volete imparare a scrivere, dovete tradurre dal francese e dal latino. E' vero: l'esercizio di traduzione è il più formativo e dinamico per la mente, tanto più per i testi che sono lontani da noi, perché più numerosi sono i loro 'silenzi'. Questi danno infatti per scontate tante cose che per noi scontate non sono. E allora occorre usare l'intuizione", prosegue il filologo raccontando la meraviglia di questo lavoro. "Se traduciamo in fila le parole di un testo greco, raramente ne viene fuopri un senso: è qui che deve intervenire l'elemento connettivo dell'intuizione". E ancora Canfora afferma che "la traduzione è il veicolo fondamentale della chiarezza. Quando leggiamo il testo di un pensatore particolarmente profondo, verrebe spontaneo chiedere: dimmelo in un'altra lingua!" E poi la traduzione è lo strumento di comprensione tra i popoli. "Tutte le letterature che conosciamo sono letterature di traduzione. E' questo il modo in cui i popoli dialogano tra loro". Ecco perchè continuare a tradurre i classici è un atto di resistenza alla divisione.