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Manchu alphabet

Manchu alphabet 

The Manchu alphabet was commissioned in 1599 by the Manchu leader Nurhaci (1559-1626), the founder of the Manchu state. The letters are based on the Classical Mongolian alphabet while the phonetics are based on Jurchen, an earlier Manchu script. The alphabet was modified slightly in 1632.
In 1644 the Manchus conquered China and established the Ch'ing (Qing) dynasty, which lasted until 1911. For the first 200 years or so of the Ch'ing dynasty, Manchu was the main language of government in China and served as a lingua franca. By the mid 19th century many of the Manchus had adopted Chinese as their first language, however they continued to produce Manchu version of Chinese documents until the end of the dynasty and for sometime afterwards.

Notable features

  • Type of writing system: alphabet
  • Direction of writing: left to right in vertical columns running from top to bottom.
  • Most letters have several different forms: initial, medial and final, which are used at the beginning, middle and end of a word respectively. The vowels also have isolated forms.
  • Some letters have different shapes depending on which vowel comes before and/or after them.

Used to write

Manchu, a member of the Tungusic group of Altaic languages. There are currently about 10 million Manchus living mainly in north-eastern China, of whom about 100 speak Manchu and only 20 can read and write it. Most speak only Mandarin.
A version of the Manchu script is used to write Xibe, a Tungusic language closely related to Manchu and spoken in Xinjiang in the north west of China by 30,000 people.

Manchu alphabet

Vowels

Manchu Vowels

Note

  • The second final form of e is used after k, g and h.

Consonants

Manchu consonants

Notes

  • The first medial form of n is used before vowels; the second is used before consonants
  • The first medial form of ng is used before i, o, u and ū; the second is used before e and i
  • The first medial form of k is used before a, o and ū; the second is used before consonants
  • The first initial and medial forms of t are used before a, o and i; the second initial and medial forms are used before e, u ū; the third medial form is used before consonants
  • First initial and medial forms of d are used before a, o and i; the second initial and medial forms are used before e, u and ū
  • The first initial and medial forms of f are used before a and e; the second initial and medial forms are used before i, o, u and ū

Numerals

Manchu numerals and numbers

Syllables

Manchu syllables

Sample text

Manchu text sample

Translation


Following his advice, when the army was about to enter the town, he abandoned the town and fled. Akim Bek volunteered to handle the affairs, so he did the duty on behalf of the General. He had been to the capital city to present himself before the Emperor. His estate in the city and property in Kashgar, were used to provide the people living in Shikago, left in the capital city, or inherited by his son. He inherited the title of the Duke of Assisting the Nation, and was bestowed the hereditary title of Akim Bek. His son inherited the hereditary title of Akim Bek. 
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E' morto Tonino Accolla il mitico doppiatore di Homer Simpson

E' morto Tonino Accolla il mitico doppiatore di Homer Simpson



Nato a Siracusa il 9 aprile del 1949, aveva 64 anni ed era ammalato da tempo. Doppiò anche Jim Carrey, Tom Hanks, Mickey Rourke e Kenneth Branagh. Tra i tanti riconoscimenti ricevuti nella carriera anche il Nastro d'argento nel 1991



Si è spento Tonino Accolla, uno dei doppiatori più importanti della televisione e del cinema italiano, avendo legato il proprio nome in maniera indissolubile a quello di Homer Simpson.

E’ morto Tonino Accolla, noto per essere stato il doppiatore ufficiale di Homer Simpson.

Una super star del cinema e della televisione

Una vera e propria tragedia si è abbattuta oggi a Roma, domenica 14 luglio 2013, poiché una brutta malattia si è portato via un grande professionista, un attore, doppiatore, dialoghista, direttore del doppiaggio e regista teatrale italiano che negli anni è diventato il simbolo della felicità e del sorriso. Nella sua carriera non ha solo reso immortale (per tutti noi italiani) la voce del celebre personaggio della sitcom animata creata da Matt Groening, ma ha offerto una perfetta interpretazione di attori come Kenneth Branagh, Tom Hanks, Mickey Rourke, Ralph Fiennes, Hugh Grant, Rick Moranis, Jim Carrey, Ben Stiller, Tim Curry e Gary Oldman. E’ sua anche la risata “italiana” di Eddie Murphy, così come la voce del simpatico Timòn (uno dei protagonisti del capolavoro Disney Il re leone).

Homer in Italia muore con lui

A 64 anni, dopo una lunga malattia, il doppiatore ha smesso di lottare, ma il suo ricordo sarà indelebile dalla memoria di un intero popolo che continuerà per sempre a godere della sua espressività così singolare e originale. Nel 1991 ha ricevuto il Nastro D’Argento per il miglior doppiaggio (interpretava l’attore Kenneth Branagh nell’Enrico V), ma il pianto di tutti i suoi numerosi fan sarà il riconoscimento più prestigioso per la sua carriera. Possiamo ammettere che oggi Homer Simpson è morto con Accolla, poiché in Italia nessuno riuscirà più a seguire una puntata dei Simpson senza la presenza della sua inconfondibile ed inimitabile voce. Nessuno potrà sostituire il grande doppiatore e non ci resterà altro che gustarci le vecchie serie dei Simpsons per ridere a crepapelle lasciandoci coccolare dalla sua perfetta interpretazione di quella leggenda mondiale tutta gialla.
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Twitter aggiunge il traduttore automatico di Bing

Twitter aggiunge il traduttore automatico di Bing



Twitter aggiunge il traduttore automatico rendendo i tweet di altre lingue chiare e comprensibili a tutti. Superando un limite importante per chi non seguiva determinati account Twitter in altre lingue per via del fatto che si perdeva l’utilità di poter leggere notizie in maniera rapida e di facile intuizione.

Circa da Febbraio e solo per utenti giapponesi e thailandesi, si iniziavano i test, ma ora è stato distribuito in larga scala grazie alla collaborazione di Microsoft che ha un ruolo sempre più importante nella traduzione dei contenuti sui Social Network più diffusi.

Il grande assente tra i Social Network con traduzione automatica è proprio Google Plus, nonostante Google abbia un discreto sistema di traduzione.

E in effetti non ho potuto fare a meno di pensare al fatto che Bing è riuscita ad accaparrarsi la partnership con Facebook e Twitter, e Google? proprio lui che ha un Traslate interno niente male e da sempre funzionante, non provvede a munire il suo Social Network di tale possibilità. Proprio Google che parla di sistemi di comunicazione integrata a un traduttore in tempo reale come Google Babel?

Ebbene, bisogna attendere… perché non voglio proprio credere che non arrivi.
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Direttiva Alternative: la traduzione ufficiale degli orientamenti ESMA sulle sane politiche retributive dei GEFIA

Direttiva Alternative: la traduzione ufficiale degli orientamenti ESMA sulle sane politiche retributive dei GEFIA


Pubblicate le traduzioni ufficiali, tra cui quella in lingua italiana, degli Orientamenti ESMA per sane politiche retributive a norma della direttiva GEFIA sui Gestori di Fondi di Investimento Alternativi (Direttiva 2011/61/UE, Alternative Investment Fund Managers Directive).
Gli orientamenti dell’ESMA si applicano, a decorrere dal 22 luglio 2013, in relazione alle politiche e alle prassi retributive per i GEFIA e il loro personale più rilevante.
I presenti orientamenti si applicano ai GEFIA e alle autorità competenti.
Fintantoché i regimi nazionali di cui all’articolo 42 della direttiva GEFIA rimarranno in vigore, i GEFIA non UE che commercializzano negli Stati membri, presso investitori professionali, quote o azioni dei FIA (Fondi di Investimento Alternativi) senza un passaporto saranno soggetti soltanto alla sezione XIII (Comunicazione di informazioni) dei presenti orientamenti. Tali GEFIA non UE saranno tenuti a rispettare tutte le disposizioni in materia di remunerazione contenute nei presenti orientamenti a partire dalla data in cui i regimi nazionali di cui all’articolo 42 della direttiva GEFIA cesseranno e il regime del passaporto di cui agli articoli da 37 a 41 della direttiva GEFIA diventerà l’unico regime obbligatorio applicabile in tutti gli Stati membri, come stabilito nell’atto delegato della Commissione di cui all’articolo 68, paragrafo 6, della direttiva GEFIA.
Conformemente all’articolo 5 della direttiva GEFIA, ai fini dei presenti orientamenti i GEFIA cui si applicano i principi relativi alla remunerazione sono gestori esterni o, qualora la forma giuridica del FIA consenta la gestione interna e il consiglio di amministrazione del fondo scelga di non nominare un GEFIA esterno, il FIA stesso. I FIA che non sono gestiti internamente e hanno nominato un GEFIA esterno non sono soggetti ai principi relativi alla remunerazione di cui alla direttiva GEFIA e ai presenti orientamenti. Tuttavia i principi riguardanti la remunerazione enunciati nella raccomandazione si applicano a tali FIA, nonché ai GEFIA che possono beneficiare delle esclusioni e delle deroghe previste agli articoli 2 o 3 della direttiva GEFIA, nella misura in cui rientrano nella definizione di “impresa finanziaria” fornita al punto 2.1 della raccomandazione. L’allegato I dei presenti orientamenti contiene una tavola di concordanza che evidenzia i principi della raccomandazione ripresi nella direttiva GEFIA.
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Un aiuto alle traduzioni? Piuttosto, un aiuto ai traduttori

Un aiuto alle traduzioni? Piuttosto, un aiuto ai traduttori

Intervista a Jürgen Jakob Becker sui contributi destinati alle traduzioni da e verso il tedesco.

In Germania esistono da anni diverse forme di sostegno alla traduzione, rivolte sia a chi traduce in tedesco da una lingua straniera, sia a chi traduce dal tedesco verso un’altra lingua. Forse, però, in molti casi si dovrebbe parlare di contributi destinati ai traduttori, piuttosto che alla traduzione, giacché la maggior parte dei programmi mira alla professionalizzazione degli esordienti e all’affinamento delle competenze di chi è già del mestiere, tanto è vero che il fondo tedesco creato appositamente a questo scopo si chiama Deutscher Übersetzerfonds (DÜF), cioè «Fondo tedesco per i traduttori», e non «per la traduzione». Abbiamo incontrato Jürgen Jakob Becker, vicedirettore del Literarisches Colloquium di Berlino (LCB), che ci ha raccontato la situazione attuale, le tendenze degli ultimi anni e il ruolo del DÜF nella percezione del ruolo dei traduttori per la vita culturale del paese.
L’LCB offre ai traduttori che lavorano da e verso il tedesco uno spettro molto ampio di possibilità formative: borse di studio, soggiorni in case dei traduttori, workshop, seminari… Esistono anche forme di sostegno alla traduzione? Ci sono programmi specificamente dedicati alle case editrici straniere?
Oltre ai ben noti finanziamenti del Goethe Institut esiste il programma «Geisteswissenschaften international» della Fiera del libro di Francoforte, che mette a disposizione finanziamenti per tradurre in inglese saggistica tedesca nell’ambito delle discipline umanistiche e sociali.
C’è poi da ricordare il network Traduki, patrocinato dalla Fondazione S. Fischer, che finanzia case editrici e anche traduttori. La Fondazione S. Fischer sovvenziona inoltre il programma «Schritte»[1] per le traduzioni di opere letterarie tedesche in polacco, russo e turco.
Anche il Goethe Institut, comunque, offre borse di studio ai traduttori di letteratura tedesca, con soggiorni a Dresda e nello Schleswig-Holstein.
Legato al Goethe Institut è pure il programma Litrix. Anche in questo caso vengono finanziate traduzioni verso determinate lingue (attualmente il russo) e, in casi particolari, anche i traduttori.
Infine vanno ricordati i premi destinati ai traduttori, generalmente in collaborazione con il ministero degli Esteri tedesco e il Goethe Institut: il Premio italo-tedesco per la traduzione, quello turco-tedesco, quello arabo-tedesco.
Se dovessi provare a fornire una visione d’insieme, in quale rapporto sarebbero il sostegno alla traduzione verso il tedesco e il sostegno alla traduzione dal tedesco verso altre lingue? Quale delle due direzioni è più importante? Potresti fornirci qualche cifra o descrivere le tendenze degli ultimi anni?

C’è una prima distinzione importante da fare, quella tra i finanziamenti destinati alla traduzione e quelli destinati ai traduttori.
Un sostegno alle traduzioni dal tedesco (cioè per editori stranieri che desiderino pubblicare la nostra letteratura) esiste da tempo. Il Goethe Institut stanzia ogni anno diverse centinaia di migliaia di Euro a questo scopo.
Il sostegno ai traduttori che lavorano dal tedesco verso altre lingue è cresciuto negli ultimi anni grazie alle iniziative, tra gli altri, dell’LCB, della Fondazione Robert Bosch e della Fondazione S. Fischer. In questo ambito la tendenza è senz’altro in crescita.
Il traduttore viene ormai considerato un artista e un mediatore culturale, e in questo senso la sua figura è presa molto più sul serio rispetto al passato. Guardando per esempio ai singoli filoni del programma «Literarische Brückenbauer» della Fondazione Robert Bosch, i progetti si rivolgono quasi sempre ai traduttori, e quasi mai alle case editrici, che si tratti di formazione, networking o borse di studio. Difficile dire quanti soldi vengano stanziati: credo siano un po’ meno di quelli destinati alle case editrici. Penso – ma è una valutazione molto grossolana, da non prendere troppo sul serio – che siamo intorno ai 300.000 Euro l’anno.
Nell’altra direzione: in Germania le case editrici usufruiscono, da parte tedesca, di pochi finanziamenti. Da citare è però il programma Litprom, attivo da oltre trent’anni, che incentiva la traduzione di opere provenienti da Asia, Africa e America Latina. I fondi provengono dal nostro ministero degli Esteri. L’LCB aveva un programma analogo, rivolto alle letterature dell’Europa centrale e orientale e finanziato dal ministero degli Esteri e da Pro Helvetia, che si è concluso nel 2009. Ormai, infatti, paesi come la Polonia o la Slovenia hanno opportunità di finanziamento proprie, e poi c’è il programma di sostegno alla traduzione dell’UE.[2] In generale, comunque, i finanziamenti da parte tedesca alle traduzioni verso il tedesco sono in calo.
Del sostegno ai traduttori che lavorano verso il tedesco, invece, si occupa il Fondo tedesco per i traduttori (Deutscher Übersetzerfonds, DÜF). Il budget è cresciuto nel tempo: si è partiti nel 1997 con 50.000 Marchi l’anno; ora siamo a 650.000 Euro. La nostra ambizione consiste nel raggiungere il milione di Euro. Circa la metà di questi denari è investita in borse di studio, una buona parte va a finanziare la formazione (seminari, laboratori, ViceVersa, la Schlegel-Gastprofessur ecc.). Il Fondo è finanziato dallo stato federale, ed è importantissimo che esista: questa istituzione, infatti, costituisce un punto di riferimento per il sostegno alla traduzione, che così trova più facilmente interlocutori a livello politico e nella vita pubblica. È più semplice far partire progetti e iniziative, ormai anche a livello internazionale. Anche per l’Italia la nascita di un Fondo del genere sarebbe una benedizione!
Al di là del DÜF, ci sono i progetti della Fondazione Robert Bosch e le borse di studio finanziate da singoli Länder (non molto numerose, ma comunque ce ne sono).
Per quanto riguarda i finanziamenti ai traduttori, la tendenza generale è in crescita.

Quanti traduttori finanzia l’LCB ogni anno? Quali criteri si adottano per decidere se concedere una borsa di studio o altre sovvenzioni? Che ruolo hanno fattori come l’opera da tradurre, l’esperienza del traduttore, la casa editrice, le condizioni di contratto ecc.?
Il DÜF assegna circa 80-90 borse di studio all’anno. Quando i traduttori verso il tedesco fanno domanda, di norma devono avere un progetto a cui stanno già lavorando. La procedura è regolata sin nei dettagli. La giuria del DÜF si riunisce due volte l’anno e discute un centinaio di domande. I cinque membri della giuria sono specialisti con esperienze di traduzione. Le loro competenze linguistiche dovrebbero essere complementari, le conoscenze dai vari ambiti della scrittura e della mediazione letteraria costituire uno spettro ampio.
Il criterio principale, nel giudicare una traduzione letteraria, è che la forma del testo tedesco sia organizzata in modo linguisticamente convincente. Il testo di partenza va non solo decifrato, ma occorre saperne offrire un equivalente formulato con grande padronanza della lingua di arrivo. In questo senso bisogna sfruttare gli spazi e le possibilità della lingua tedesca, o addirittura ampliarli, per rendere giustizia alla voce dell’originale. Nella valutazione, chiaramente, ha un ruolo anche la capacità di affrontare e risolvere la problematica dei generi che il testo, di volta in volta, pone. La resa «leggera» di un romanzo americano di consumo è segno di riuscita e di qualità della traduzione, mentre un esperimento linguistico che resti bloccato «tra le lingue» può anche essere un fallimento. La giuria si rifà esclusivamente a criteri qualitativi. E naturalmente deve porsi queste questioni anche quando si trova a considerare traduzioni da lingue che nessuno dei suoi membri conosce. Le nostre esperienze mostrano che, se affrontate seriamente, anche queste valutazioni sono possibili.
Spesso l’esperienza del traduttore fa la differenza, dal punto di vista qualitativo. Tuttavia, incoraggiamo a partecipare alle selezioni anche i principianti; ci sono anzi progetti pensati specificamente per loro, come il programma Hieronymus, in cui un mentore esperto affianca un traduttore alle prime armi.
Anche le condizioni di contratto hanno un ruolo: in assenza di motivazioni plausibili, esse non devono differire da quelle usuali sul mercato. Questa regola generale impedisce che le borse di studio vengano sfruttate indebitamente dagli editori: il Deutscher Übersetzerfonds non sostituisce i compensi al ribasso delle case editrici né le sovvenziona per vie traverse. Le borse sono un’entrata supplementare per i traduttori, servono a migliorarne le condizioni di lavoro e, naturalmente, a migliorare la qualità delle loro traduzioni.
Quando invitiamo traduttori che lavorano dal tedesco verso altre lingue, facciamo particolare attenzione alle loro pubblicazioni. Verso quale lingua/letteratura traducono, quali preferenze o interessi particolari hanno, a quali condizioni di lavoro e di mercato sono sottoposti? In quale misura, per esempio, un soggiorno a Berlino per la Sommerakademie potrebbe essere loro utile? Noi vogliamo dare nuovi impulsi, informare sulle ultime tendenze, ma anche motivare e premiare l’impegno di tanti anni. Tra Sommerakademie e Internationales Übersetzertreffen[3] invitiamo ogni anno una cinquantina di traduttori, a cui si aggiungono i circa 15 con una borsa per un soggiorno di studio (un mese all’LCB, grazie ai programmi della Fondazione S. Fischer e della Fondazione Robert Bosch).
Se capisco bene, l’LCB è finanziato, in parte, dal Land di Berlino (e in parte si finanzia autonomamente). Che ruolo hanno il ministero degli Esteri, il Goethe Institut e le fondazioni (Robert Bosch, S. Fischer)?
Il Land di Berlino è il finanziatore istituzionale dell’LCB e ne assicura il funzionamento di base. La sede e il terreno su cui sorge sono pure di proprietà di Berlino. Gli altri enti finanziano solo singoli programmi o progetti.
Queste domande sono legate all’intenzione, o alla speranza, di far partire programmi analoghi anche in Italia. Cosa, in generale, ti sentiresti di consigliare o di sconsigliare? Quali sono, in base alla tua esperienza, i punti di forza e di debolezza dei vari programmi?
Be’, in Germania esiste una lunga tradizione di sostegno economico alla cultura, specie a livello locale e regionale. Nel corso degli anni si è creata un’infrastruttura piuttosto consistente (case della letteratura, Deutscher Literaturfonds, festival letterari, fiere del libro…). Forse dovremmo fare un passo indietro, tornando agli anni Novanta, quando i traduttori, pur essendo molto importanti, godevano di scarsissima considerazione. Nel 1995 organizzammo una conferenza dal titolo «Neue Wege der Übersetzerförderung» («Nuove strade del sostegno ai traduttori») a cui parteciparono rappresentanti delle istituzioni e della cultura, a livello politico e amministrativo. In questo modo il tema fu messo sul tappeto. In ogni caso, la nostra intenzione è sempre stata quella di ottenere finanziamenti pubblici, per far sì che lo stato riconosca l’importanza dei traduttori per la vita culturale del paese e per la lingua tedesca stessa. Tanto per fare un controesempio, Looren[4] è, invece, frutto dell’iniziativa di una fondazione privata, che riceve finanziamenti ulteriori dallo stato per singoli progetti. In Svizzera, quindi, le cose stanno in modo un po’ diverso, in Italia… non lo so di preciso.
Jürgen Jakob Becker è vicedirettore dell’LCB. Si occupa del programma letterario e cura in particolare l’ambito del sostegno ai traduttori. È anche direttore del DÜF. Il Literarisches Colloquium di Berlino è un’associazione di pubblica utilità che gestisce programmi a sostegno di autori e traduttori; fondata nel 1963 a Berlino Ovest, è sede di eventi e manifestazioni culturali. Proprio nel Literarisches Colloquium è nato, nel 1997, il Deutscher Übersetzerfonds.
Link utili:
Per questo programma la fondazione Fritz Thyssen, la VG Wort, il Börsenverein des Deutschen Buchhandels e il ministero degli Esteri tedesco stanziano circa 600.000 Euro all’anno.
Traduki non riguarda direttamente l’Italia, giacché lavora da, verso e tra le lingue dell’Europa sudorientale e il tedesco, ma adotta un metodo di finanziamento interessante: la casa editrice fa domanda alla Fondazione S. Fischer che, se l’accoglie, copre per intero i costi di diritti e traduzione. Da notare è che il contratto di traduzione viene stipulato direttamente fra il traduttore e Traduki, senza l’intermediazione della casa editrice.
 Soggiorni e borse di studio del Goethe Institut.

[1] Il programma offre ai traduttori un soggiorno di un mese presso il Literarisches Colloquium e una borsa di studio di 2.000 Euro. (NdR)
[2] Programma che si è concluso nel 2013. (NdR)
[3] Sommerakademie e Internationales Übersetzertreffen sono due degli eventi organizzati dall’LCB per i traduttori di letteratura (e saggistica) di lingua tedesca. (NdR)
[4] La Casa dei traduttori Looren (Svizzera) stanzia finanziamenti per soggiorni di vario tipo nella propria residenza e finanzia seminari e workshop. (NdR)