Il nuovo Gianni Rodari e il suo traduttore


Il nuovo Gianni Rodari e il suo traduttore


Il nuovo Gianni Rodari e il suo traduttore

La Venezia del XVII secolo, i pirati, una misteriosa gondola senza gondoliere ed entusiasmanti avventure, tutto questo è contenuto nella copertina del nuovo libro di Gianni Rodari, solo ora noto al lettore russo, «La gondola fantasma», brillantemente tradotto da Michail Vizel'.

Tra le sue traduzioni rientrano le opere di Giacomo Leopardi, Giovanni Papini, Umberto Eco, Stefano Benni, Pier Vittorio Tondelli, Giuseppe Culicchi e Aldo Nove. In una intervista alla «Voce della Russia», Michail Vizel' ha parlato delle particolarità della traduzione di libri italiani per bambini:
- Lei ha tradotto la serie «Geronimo Stilton», così popolare in Italia, e uno dopo l'altro stanno uscendo i libri di Gianni Rodari. Cosa la spinge alla traduzione di libri per bambini?
- La mia non è una storia originale: ho cominciato ad accorgermi dei libri per bambini dopo aver avuto qualcuno a cui leggerli, dopo la nascita di mia figlia. Così si avvicina alla letteratura per bambini il 95% delle persone che se ne occupano, da Marshak e J.K. Rowling, a Umberto Eco. A proposito, quest'estate la casa editrice OGI dovrebbe pubblicare la mia traduzione del libro per bambini di Eco, costituita da versi e racconti scritti negli anni dell'infanzia dei bambini e dei nipoti dello scrittore. Il restante 5% è composto da geni bizzarri come Lewis Carroll. Ma oltre a questa possibile ed immediata «reazione opposta», sono anche pure ragioni artistiche quelle che mi portano alla traduzione di libri per bambini.
- Quali difficoltà incontra il traduttore di letteratura per bambini?
- Essendo brevi storie, il peso specifico delle unità semantiche aumenta. Ogni parola è come una frase, un paragrafo come una pagina. Poi bisogna tutto il tempo «pronunciare» tra sé e sé le frasi, evitando parole lunghe con suffissi «sibilanti» e frasi complesse e nel frattempo ricordarsi che sono i genitori a comprare i libri per bambini. Il papà o la mamma e in particolare la nonna, aprendo il libro, non devono avere un rigetto, ma il desiderio di acquistarlo.
- A cosa è dovuto il successo di Gianni Rodari in Russia, secondo lei?
- In epoca sovietica la politica censoria delle case editrici a volte era molto esigente e alcuni scrittori considerati letterati di seconda categoria in patria, in URSS diventavano un culto ed erano amati da tutti. In epoca sovietica «incoraggiavano» Rodari come un sincero comunista e un inguaribile ottimista. Egli fu anche fortunato con il traduttore, Marshak. Per un autore tradotto è difficile entrare nel folklore, nel codice culturale di un altro paese: Rodari ci riuscì. Ma non dimentichiamo la cosa principale: Rodari è uno scrittore-innovatore. Nel XX secolo è stato quello che Andersen fu per il XIX. Rodari scriveva proprio per il bambino di città contemporaneo. Riusciva a vedere il fiabesco nelle nuove realtà: il telefono, la TV e il treno. Persino negli scioperi e nelle rivoluzioni.
- Ci parli del nuovo libro di Rodari «I gatti di Roma» in corso di pubblicazione.
- Roma è una città piena di gatti. Rodari ha trascorso gran parte della sua vita a Roma e, come autentico romano, amava molto i suoi striati abitanti a quattro zampe e a loro dedicò molti versi e righe per la sua prosa. Egli stesso aveva intenzione di pubblicare un libro su di loro ma non ci è riuscito. Nel libro, per la prima volta, sono state raccolte sotto un'unica copertina i gatti romani che hanno stimolato la fantasia di Rodari: viaggiano sui treni, sugli aerei, cantano arie liriche, suonano il pianoforte, leggono giornali, fanno affari e organizzano persino manifestazioni, esigendo costellazioni dedicate a loro. Ma rimangono pur sempre gli unici ed irripetibili Gatti di Roma!
- A volte i libri tradotti sembrano senza vita: nonostante una lingua di qualità, i protagonisti non vengono percepiti come propri interlocutori e amici. Come dare vita alla traduzione e rendere i protagonisti vivi?
- Mi sono dato una risposta: sono convinto che l'arte del traduttore sia simile a quella dell'attore o del musicista, cioè all'arte di interpretare. Come un attore, il traduttore deve mostrare non tanto il personaggio, quanto il suo rapporto con esso. Se «afferri» questo momento, le parole giuste... non dico che «vengono da sole», ma sarà più semplice trovarle.
- In Italia sono incredibilmente diffusi i fumetti, in Russia questo genere è poco sviluppato. Perché? I fumetti italiani sono tradotti in russo, vengono letti?
- Domanda delicata! Ho tradotto io stesso il romanzo grafico dell'artista veneziano Fabio Visintin «Vita, amori, avventure veneziane di Messer Gatto con gli Stivali» (è vero, non proprio per bambini). Sono già tre anni che cerco di trovare un editore! Solo qualche appassionato a Mosca, San Pietroburgo e Ekaterinburg cerca di pubblicare fumetti tradotti. La ragione è banale: nel campo delle arti figurative la Russia è indietro di 50-30 anni rispetto all'Europa occidentale. Solo ora stiamo «digerendo» le performance e la street art. Spero che ci svilupperemo fino ai racconti grafici.
- Ora si parla di un boom della letteratura per bambini in Russia, c'è posto per il libro italiano?
- Sì, il libro per bambini è un prodotto complesso, frutto di un lavoro coeso tra scrittore e artista. Gli italiani sono invincibili nell'ambito del disegno grafico, i loro libri per bambini sono meravigliosi. Ma questo stesso fattore è anche un limite. I libri italiani per bambini spesso sono troppo «futuristici» per un mercato così conservatore, come quello del libro per bambini.
- Che futuro ha il libro per bambini nel contesto dell'era digitalizzata? Rimarrà spazio tra e-book e ipad?
- Se fossi il direttore di una cartiera, avrei perso il sonno e la tranquillità già da tempo, ma su ogni dispositivo per la lettura la parola scritta dev'essere posta con amore, nutrita e, se necessario, trasferita nel terreno di un'altra lingua. Quindi siamo pur sempre giardinieri di parole e tali rimaniamo.