Un aiuto alle traduzioni? Piuttosto, un aiuto ai traduttori

Un aiuto alle traduzioni? Piuttosto, un aiuto ai traduttori

Intervista a Jürgen Jakob Becker sui contributi destinati alle traduzioni da e verso il tedesco.

In Germania esistono da anni diverse forme di sostegno alla traduzione, rivolte sia a chi traduce in tedesco da una lingua straniera, sia a chi traduce dal tedesco verso un’altra lingua. Forse, però, in molti casi si dovrebbe parlare di contributi destinati ai traduttori, piuttosto che alla traduzione, giacché la maggior parte dei programmi mira alla professionalizzazione degli esordienti e all’affinamento delle competenze di chi è già del mestiere, tanto è vero che il fondo tedesco creato appositamente a questo scopo si chiama Deutscher Übersetzerfonds (DÜF), cioè «Fondo tedesco per i traduttori», e non «per la traduzione». Abbiamo incontrato Jürgen Jakob Becker, vicedirettore del Literarisches Colloquium di Berlino (LCB), che ci ha raccontato la situazione attuale, le tendenze degli ultimi anni e il ruolo del DÜF nella percezione del ruolo dei traduttori per la vita culturale del paese.
L’LCB offre ai traduttori che lavorano da e verso il tedesco uno spettro molto ampio di possibilità formative: borse di studio, soggiorni in case dei traduttori, workshop, seminari… Esistono anche forme di sostegno alla traduzione? Ci sono programmi specificamente dedicati alle case editrici straniere?
Oltre ai ben noti finanziamenti del Goethe Institut esiste il programma «Geisteswissenschaften international» della Fiera del libro di Francoforte, che mette a disposizione finanziamenti per tradurre in inglese saggistica tedesca nell’ambito delle discipline umanistiche e sociali.
C’è poi da ricordare il network Traduki, patrocinato dalla Fondazione S. Fischer, che finanzia case editrici e anche traduttori. La Fondazione S. Fischer sovvenziona inoltre il programma «Schritte»[1] per le traduzioni di opere letterarie tedesche in polacco, russo e turco.
Anche il Goethe Institut, comunque, offre borse di studio ai traduttori di letteratura tedesca, con soggiorni a Dresda e nello Schleswig-Holstein.
Legato al Goethe Institut è pure il programma Litrix. Anche in questo caso vengono finanziate traduzioni verso determinate lingue (attualmente il russo) e, in casi particolari, anche i traduttori.
Infine vanno ricordati i premi destinati ai traduttori, generalmente in collaborazione con il ministero degli Esteri tedesco e il Goethe Institut: il Premio italo-tedesco per la traduzione, quello turco-tedesco, quello arabo-tedesco.
Se dovessi provare a fornire una visione d’insieme, in quale rapporto sarebbero il sostegno alla traduzione verso il tedesco e il sostegno alla traduzione dal tedesco verso altre lingue? Quale delle due direzioni è più importante? Potresti fornirci qualche cifra o descrivere le tendenze degli ultimi anni?

C’è una prima distinzione importante da fare, quella tra i finanziamenti destinati alla traduzione e quelli destinati ai traduttori.
Un sostegno alle traduzioni dal tedesco (cioè per editori stranieri che desiderino pubblicare la nostra letteratura) esiste da tempo. Il Goethe Institut stanzia ogni anno diverse centinaia di migliaia di Euro a questo scopo.
Il sostegno ai traduttori che lavorano dal tedesco verso altre lingue è cresciuto negli ultimi anni grazie alle iniziative, tra gli altri, dell’LCB, della Fondazione Robert Bosch e della Fondazione S. Fischer. In questo ambito la tendenza è senz’altro in crescita.
Il traduttore viene ormai considerato un artista e un mediatore culturale, e in questo senso la sua figura è presa molto più sul serio rispetto al passato. Guardando per esempio ai singoli filoni del programma «Literarische Brückenbauer» della Fondazione Robert Bosch, i progetti si rivolgono quasi sempre ai traduttori, e quasi mai alle case editrici, che si tratti di formazione, networking o borse di studio. Difficile dire quanti soldi vengano stanziati: credo siano un po’ meno di quelli destinati alle case editrici. Penso – ma è una valutazione molto grossolana, da non prendere troppo sul serio – che siamo intorno ai 300.000 Euro l’anno.
Nell’altra direzione: in Germania le case editrici usufruiscono, da parte tedesca, di pochi finanziamenti. Da citare è però il programma Litprom, attivo da oltre trent’anni, che incentiva la traduzione di opere provenienti da Asia, Africa e America Latina. I fondi provengono dal nostro ministero degli Esteri. L’LCB aveva un programma analogo, rivolto alle letterature dell’Europa centrale e orientale e finanziato dal ministero degli Esteri e da Pro Helvetia, che si è concluso nel 2009. Ormai, infatti, paesi come la Polonia o la Slovenia hanno opportunità di finanziamento proprie, e poi c’è il programma di sostegno alla traduzione dell’UE.[2] In generale, comunque, i finanziamenti da parte tedesca alle traduzioni verso il tedesco sono in calo.
Del sostegno ai traduttori che lavorano verso il tedesco, invece, si occupa il Fondo tedesco per i traduttori (Deutscher Übersetzerfonds, DÜF). Il budget è cresciuto nel tempo: si è partiti nel 1997 con 50.000 Marchi l’anno; ora siamo a 650.000 Euro. La nostra ambizione consiste nel raggiungere il milione di Euro. Circa la metà di questi denari è investita in borse di studio, una buona parte va a finanziare la formazione (seminari, laboratori, ViceVersa, la Schlegel-Gastprofessur ecc.). Il Fondo è finanziato dallo stato federale, ed è importantissimo che esista: questa istituzione, infatti, costituisce un punto di riferimento per il sostegno alla traduzione, che così trova più facilmente interlocutori a livello politico e nella vita pubblica. È più semplice far partire progetti e iniziative, ormai anche a livello internazionale. Anche per l’Italia la nascita di un Fondo del genere sarebbe una benedizione!
Al di là del DÜF, ci sono i progetti della Fondazione Robert Bosch e le borse di studio finanziate da singoli Länder (non molto numerose, ma comunque ce ne sono).
Per quanto riguarda i finanziamenti ai traduttori, la tendenza generale è in crescita.

Quanti traduttori finanzia l’LCB ogni anno? Quali criteri si adottano per decidere se concedere una borsa di studio o altre sovvenzioni? Che ruolo hanno fattori come l’opera da tradurre, l’esperienza del traduttore, la casa editrice, le condizioni di contratto ecc.?
Il DÜF assegna circa 80-90 borse di studio all’anno. Quando i traduttori verso il tedesco fanno domanda, di norma devono avere un progetto a cui stanno già lavorando. La procedura è regolata sin nei dettagli. La giuria del DÜF si riunisce due volte l’anno e discute un centinaio di domande. I cinque membri della giuria sono specialisti con esperienze di traduzione. Le loro competenze linguistiche dovrebbero essere complementari, le conoscenze dai vari ambiti della scrittura e della mediazione letteraria costituire uno spettro ampio.
Il criterio principale, nel giudicare una traduzione letteraria, è che la forma del testo tedesco sia organizzata in modo linguisticamente convincente. Il testo di partenza va non solo decifrato, ma occorre saperne offrire un equivalente formulato con grande padronanza della lingua di arrivo. In questo senso bisogna sfruttare gli spazi e le possibilità della lingua tedesca, o addirittura ampliarli, per rendere giustizia alla voce dell’originale. Nella valutazione, chiaramente, ha un ruolo anche la capacità di affrontare e risolvere la problematica dei generi che il testo, di volta in volta, pone. La resa «leggera» di un romanzo americano di consumo è segno di riuscita e di qualità della traduzione, mentre un esperimento linguistico che resti bloccato «tra le lingue» può anche essere un fallimento. La giuria si rifà esclusivamente a criteri qualitativi. E naturalmente deve porsi queste questioni anche quando si trova a considerare traduzioni da lingue che nessuno dei suoi membri conosce. Le nostre esperienze mostrano che, se affrontate seriamente, anche queste valutazioni sono possibili.
Spesso l’esperienza del traduttore fa la differenza, dal punto di vista qualitativo. Tuttavia, incoraggiamo a partecipare alle selezioni anche i principianti; ci sono anzi progetti pensati specificamente per loro, come il programma Hieronymus, in cui un mentore esperto affianca un traduttore alle prime armi.
Anche le condizioni di contratto hanno un ruolo: in assenza di motivazioni plausibili, esse non devono differire da quelle usuali sul mercato. Questa regola generale impedisce che le borse di studio vengano sfruttate indebitamente dagli editori: il Deutscher Übersetzerfonds non sostituisce i compensi al ribasso delle case editrici né le sovvenziona per vie traverse. Le borse sono un’entrata supplementare per i traduttori, servono a migliorarne le condizioni di lavoro e, naturalmente, a migliorare la qualità delle loro traduzioni.
Quando invitiamo traduttori che lavorano dal tedesco verso altre lingue, facciamo particolare attenzione alle loro pubblicazioni. Verso quale lingua/letteratura traducono, quali preferenze o interessi particolari hanno, a quali condizioni di lavoro e di mercato sono sottoposti? In quale misura, per esempio, un soggiorno a Berlino per la Sommerakademie potrebbe essere loro utile? Noi vogliamo dare nuovi impulsi, informare sulle ultime tendenze, ma anche motivare e premiare l’impegno di tanti anni. Tra Sommerakademie e Internationales Übersetzertreffen[3] invitiamo ogni anno una cinquantina di traduttori, a cui si aggiungono i circa 15 con una borsa per un soggiorno di studio (un mese all’LCB, grazie ai programmi della Fondazione S. Fischer e della Fondazione Robert Bosch).
Se capisco bene, l’LCB è finanziato, in parte, dal Land di Berlino (e in parte si finanzia autonomamente). Che ruolo hanno il ministero degli Esteri, il Goethe Institut e le fondazioni (Robert Bosch, S. Fischer)?
Il Land di Berlino è il finanziatore istituzionale dell’LCB e ne assicura il funzionamento di base. La sede e il terreno su cui sorge sono pure di proprietà di Berlino. Gli altri enti finanziano solo singoli programmi o progetti.
Queste domande sono legate all’intenzione, o alla speranza, di far partire programmi analoghi anche in Italia. Cosa, in generale, ti sentiresti di consigliare o di sconsigliare? Quali sono, in base alla tua esperienza, i punti di forza e di debolezza dei vari programmi?
Be’, in Germania esiste una lunga tradizione di sostegno economico alla cultura, specie a livello locale e regionale. Nel corso degli anni si è creata un’infrastruttura piuttosto consistente (case della letteratura, Deutscher Literaturfonds, festival letterari, fiere del libro…). Forse dovremmo fare un passo indietro, tornando agli anni Novanta, quando i traduttori, pur essendo molto importanti, godevano di scarsissima considerazione. Nel 1995 organizzammo una conferenza dal titolo «Neue Wege der Übersetzerförderung» («Nuove strade del sostegno ai traduttori») a cui parteciparono rappresentanti delle istituzioni e della cultura, a livello politico e amministrativo. In questo modo il tema fu messo sul tappeto. In ogni caso, la nostra intenzione è sempre stata quella di ottenere finanziamenti pubblici, per far sì che lo stato riconosca l’importanza dei traduttori per la vita culturale del paese e per la lingua tedesca stessa. Tanto per fare un controesempio, Looren[4] è, invece, frutto dell’iniziativa di una fondazione privata, che riceve finanziamenti ulteriori dallo stato per singoli progetti. In Svizzera, quindi, le cose stanno in modo un po’ diverso, in Italia… non lo so di preciso.
Jürgen Jakob Becker è vicedirettore dell’LCB. Si occupa del programma letterario e cura in particolare l’ambito del sostegno ai traduttori. È anche direttore del DÜF. Il Literarisches Colloquium di Berlino è un’associazione di pubblica utilità che gestisce programmi a sostegno di autori e traduttori; fondata nel 1963 a Berlino Ovest, è sede di eventi e manifestazioni culturali. Proprio nel Literarisches Colloquium è nato, nel 1997, il Deutscher Übersetzerfonds.
Link utili:
Per questo programma la fondazione Fritz Thyssen, la VG Wort, il Börsenverein des Deutschen Buchhandels e il ministero degli Esteri tedesco stanziano circa 600.000 Euro all’anno.
Traduki non riguarda direttamente l’Italia, giacché lavora da, verso e tra le lingue dell’Europa sudorientale e il tedesco, ma adotta un metodo di finanziamento interessante: la casa editrice fa domanda alla Fondazione S. Fischer che, se l’accoglie, copre per intero i costi di diritti e traduzione. Da notare è che il contratto di traduzione viene stipulato direttamente fra il traduttore e Traduki, senza l’intermediazione della casa editrice.
 Soggiorni e borse di studio del Goethe Institut.

[1] Il programma offre ai traduttori un soggiorno di un mese presso il Literarisches Colloquium e una borsa di studio di 2.000 Euro. (NdR)
[2] Programma che si è concluso nel 2013. (NdR)
[3] Sommerakademie e Internationales Übersetzertreffen sono due degli eventi organizzati dall’LCB per i traduttori di letteratura (e saggistica) di lingua tedesca. (NdR)
[4] La Casa dei traduttori Looren (Svizzera) stanzia finanziamenti per soggiorni di vario tipo nella propria residenza e finanzia seminari e workshop. (NdR)

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