Due o tre cose che so sul doppiaggio

Due o tre cose che so sul doppiaggio
La polemica contro il doppiaggio dei film è tornata di recente attuale dopo l’adattamento discutibile di due film attesi del nuovo anno, Lincoln e Django Unchained. 
C’è chi ha invocato il diritto/possibilità per il pubblico di potere vedere i film in lingua originale con i sottotitoli. 
La protesta ha trovato una – pur limitata – eco nei distributori che hanno diffuso anche copie originali sottotitolate dei film in questione in varie città italiane, con un successo inaspettato quanto ottimistico per la speranza di una nuova era di visioni originali. 
Nuova era che ci si augura, ma con queste pignole precisazioni.
Se difesa deve essere, deve esserlo di tutti
Quando si difende la versione originale di un film si deve farlo di TUTTI i film, non solo di quelli nella lingua che si conosce, ad esempio l’inglese. 
Pare quasi di sentirli, ok per Lincoln in originale, che si fotta il film francese. O quello tedesco. O la commedia con Sandra Bullock.
No, cari cinefili. La versione originale va chiesta per tutti – anche per i film in lingue che non ci piacciono o di Paesi che non ci piacciono o di lingue che non capiamo – e anche per le orrende commedie. Oppure non va chiesta per nessuno.
Siccome le crociate contro il doppiaggio che ho visto fare sui vari social network e blog erano SOLO per i film in lingua inglese mi sorge il sospetto di un atteggiamento “a gettone” che dequalifica chi si batte per una idea giusta. O la si applica a tutti o a nessuno.
A riprova di quanto detto si veda la discussione nata da un post di Luca Sofri. I commenti, direi la quasi totalità dei commenti al pezzo davano per scontato si parlasse solo di film in lingua inglese (viva i film in originale, così tutti imparano l’inglese, in Olanda tutto è sottotitolato, così i bambini sanno subito l’inglese e così via). Nessuno si è posto il minimo dubbio se la questione riguardasse tutti i film. Si è talmente schiavi della lingua dominante che non se ne fa una questione globale, ma di difesa della seconda lingua che si è imparata e si vuole sentire ovunque.
Il doppiaggio sempre nemico?
Sono sicuro che tutti voi siete in grado di cogliere e apprezzare le mille sfumature della pronuncia del mandarino o del giapponese. E come solo con una mezza sfumatura si possono dire molte cose. Che, fatevene una ragione, non coglieremo mai. Molto spesso i film orientali, specie quelli reperiti in rete (in vari modi…) sono accompagnati da sottotitoli in inglese, i quali, per le ben note caratteristiche di tale lingua sono sintetici, approssimativi e sbrigativi, per non dire inesatti. Su tale matrice inglese poi vengono costruiti i sottotitoli italiani. 
Ora, chissà che in quel caso il doppiaggio – seguito magari da un madrelingua – non riesca a ridare, complice la straordinarietà di tono della lingua italiana, quelle sfumature che con l’originale non avremmo colto.
Solo nel nostro Paese
Altra idea piuttosto balzana è che solo in Italia si doppino i film. Beh, se fate un giro a Parigi troverete diversi film in originale ma anche moltissimi doppiati, specie i blockbuster. Doppiano i film in Spagna, in Germania e sono convinto che lo facciano in tutti gli altri Paesi UE. Compresa l’Inghilterra, dove faccio fatica a pensare che i cittadini di un paese della Contea di Suffolk si sorbiscano un film in francese coi sottotitoli in inglese. O sbaglio? 
Il “problema” del doppiaggio e della accettabilità del sottotitolo da parte del pubblico è comune ad altri Paesi ed è sottostimato dagli anglofoni e anglofili perché loro ragionano sempre col metro della lingua inglese dominante (che infatti domina anche a svantaggio delle versioni originali) per cui le lingue “sottomesse” devono servire quella dominante.
A questo ultimo proposito piacerebbe conoscere l’opinione degli estimatori degli USA, patria benemerita di Cinema e Fiction con le maiuscole, ma anche fiero difensore della lingua inglese, refrattario a ogni interferenza linguistica. Se un film straniero vuole superare le salette d’essai occorre che si adegui. O si gira in inglese o lo si doppia. Casi di “successi” di film in originale ci sono senza dubbio, ma si rimane nella nicchia, fuori dalla “industria”. 
Ridotta in termini partigiani, l’urgenza del sottotitolo e della versione originale pare riguardi solo noi, solo i film in lingua inglese e non riguardi, per reciprocità i Paesi di lingua inglese. Ai quali invece dovremmo sottometterci.
Messa in questo modo, come battaglia culturale è un po’ spuntata. Forse è il caso che se le battaglie si devono combattere, lo si faccia mettendo giù tutte le carte, giocando apertamente, non sparando solo sul proprio Paese ma segnalando anche tutto quello che non va negli altri. 

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